PURTROPPO I CONTI TORNANO
E i lavoratori lo sanno bene ed hanno detto NO alla pre intesa di cgil cisl uil e salfi
Ebbene sì, avevamo ragione.
I fondi certi e stabili utilizzabili per le progressioni economiche ammontano a circa 27 milioni di euro. E se a questi ci aggiungiamo i 10 delle posizioni organizzative, arriviamo quasi a quei 40 milioni di euro di cui avevamo scritto nei giorni scorsi.
E il bello, anzi no, il brutto, è che questi erano già disponibili nel 2016!!! Per cui, 40 e non 17 e abbiamo già perso un anno. (vedi la pre costituzione del fondo 2017)
Questa è la sintesi di un lungo e intenso pomeriggio di riunione che ci ha riservato non poche sorprese. In primo luogo l’Agenzia ci ha presentato i tre parametri su cui si sarebbe dovuta basare la procedura per le nuove progressioni economiche:
Esperienza lavorativa: anzianità nella fascia attuale e anzianità di area. (Per cui viene di fatto buttata a mare l’anzianità complessiva)
Titoli di studio: come per le progressioni fatte negli scorsi anni
Valutazione della prestazione lavorativa: e qui viene il bello. Anzi il brutto!!
Mentre per esperienza lavorativa e titolo di studio il peso è del 15 per cento, per cui un totale del 30 per cento, la valutazione dovrebbe pesare ben il 70 per cento di tutta la procedura! Roba da non credere! Infatti abbiamo chiesto delucidazioni due volte perché non volevamo credere a quello che avevamo sentito.
La valutazione del dirigente inoltre dovrebbe essere composta da una valutazione qualitativa ed una quantitativa: La qualitativa dovrebbe avere un peso pari al 70% mentre la quantitativa il 30%.
La valutazione quantitativa si dovrebbe basare sulle presenze, insomma chi fa troppe assenze avrà un punteggio basso. Per cui verrà penalizzato chi ha malattie e problemi seri.
Inoltre se la valutazione qualitativa non è positiva si viene direttamente esclusi dalla procedura, senza neppure passare dal via … insomma peggio del gioco del Monopoli!
Ovviamente la proposta è a dir poco irricevibile.
E rimaniamo basiti quando i firmatari della pre intesa non hanno avuto alcun ripensamento rispetto ai 17 milioni destinati per la procedura 2017, benché ce ne siano disponibili almeno 27 (escludendo i 10.800.000 che grazie a loro sono andati alle posizioni organizzative e incarichi di responsabilità), ed hanno proposto di fatto una nuova pre intesa per una procedura 2018.
Ma se abbiamo disponibili 27 milioni di euro, e se ci aggiungiamo quelli delle posizioni organizzative arriviamo quasi a 40 per il 2017, perché dobbiamo aspettare il 2018? Oltretutto con la spada di Damocle sulla testa della funzione pubblica che dal 2018 vuole prevedere che si possono fare non più del 20 per cento di passaggi ogni anno. Boh. Rimaniamo davvero increduli e basiti!
L’Agenzia ha poi dichiarato la volontà per il futuro di effettuare procedure ogni anno ed ha per questo proposto di fare un accordo quadro con criteri definiti che non mutano ad ogni procedura. Questo è evidentemente smentito dalle risorse che vengono messe in campo: iniziare nel 2017 con sole 10.000 progressioni, con la mannaia della valutazione, vuol dire che per l’Amministrazione le progressioni non devono dare risposte alle aspettative dei lavoratori ma al contrario diventano lo strumento per “regolare i conti” con il personale.
Con queste premesse crediamo che sia impensabile fare un qualsiasi tipo di accordo.
In questo ultimo mese ci siamo confrontati con moltissimi lavoratori, abbiamo fatto tante assemblee e molte altre ne faremo nel mese di febbraio, più di 10.000 lavoratori hanno finora risposto al nostro referendum dicendo chiaramente che non accettano la valutazione del dirigente ed una pre intesa che lascia nelle mani dell’Amministrazione i nostri soldi.
Ci sono arrivate anche tantissime mozioni dagli uffici, tante email e noi non faremo alcun passo indietro, è chiaro però che dovranno essere i lavoratori a fare un passo avanti, a dire in modo chiaro ed inequivocabile il proprio NO, a dire che le Organizzazioni Sindacali che firmeranno questo accordo devono avere il coraggio e l’onestà di sottoporlo a referendum tra i lavoratori.
L’Amministrazione e i Sindacati firmatari vogliono farci adattare ed abituarci al peggio.
Noi invitiamo ad aumentare la mobilitazione nei prossimi giorni contro l’accordo che si sta profilando continuando a partecipare al referendum.
Questo è il momento del massimo sforzo contro chi vuole ancora una volta frustrare il sacrosanto diritto dei lavoratori a veder riconosciuta la propria professionalità.