RIPRENDIAMOCI LE AGENZIE! L'USB PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE!

Roma -

La sentenza della Corte Costituzionale prima e la vicenda dei retrocessi dopo ha certificato il fallimento di una parte dell'ordinamento professionale, ma soprattutto di un sistema di gestione del personale orientato a frammentare e dividere i lavoratori.

 

Tutti contro tutti: incaricati dirigenziali contro i lavoratori della terza area che legittimamente aspirano a veder riconosciuta la loro professionalità, lavoratori della seconda area contro le assunzioni in terza area che vengono viste come un ostacolo alla loro possibilità di crescita professionale, retrocessi contro promossi, lavoratori che hanno avuto accesso alle posizioni organizzative e alle posizioni di responsabilità contro lavoratori che invece ne sono stati esclusi, lavoratori che hanno conseguito le progressioni economiche contro coloro che invece ne sono rimasti esclusi, valutati contro valutatori. In piccolo, lo stesso schema adottato dal governo Renzi: dividere il mondo del lavoro per poterlo attaccare più facilmente.

 

Questo cocktail esplosivo oggi implode all'interno del nostro comparto lasciando macerie, divisioni e un profondo senso di disaffezione dei lavoratori nei confronti del management dell'Agenzia: quello stesso management che in questi anni di crisi non ha esitato ad aumentare le poltrone dirigenziali ed acuire sempre più la forbice retributiva tra i lavoratori  e dirigenti.

 

In nome di una presunta modernità e specialità del sistema agenziale si è in realtà gestita una amministrazione pubblica come fosse il cortile di casa propria, creando un vero e proprio ordinamento professionale parallelo, fondato sull’abuso degli incarichi fiduciari ad ogni livello e perdendo quasi completamente la corrispondenza fra qualifica rivestita e mansioni svolte.

 

Il panico che ora attraversa i vertici dell'Amministrazione è figlio della convinzione che nulla sarebbe mai accaduto e che interventi emergenziali e contingenti avrebbero di volta in volta messo la toppa al buco. Ma quel buco si è allargato sempre più e ha scavato la distanza tra i lavoratori e i vertici dell'Agenzia.

 

Sappiamo bene che dentro la vicenda degli incarichi si gioca una partita politica ben più grossa che con il destino, i diritti e le aspettative professionali e salariali dei lavoratori non ha nulla a che  vedere.

 

Da un lato l'Agenzia che, in nome del salvataggio di questo sistema, si arrabatta per riaffermare un modello disgregante, frammentato, e profondamente ingiusto; dall'altra una spinta contraria da parte di ambienti vicino al Mef che utilizzano altrettanto strumentalmente questa vicenda per assestare il colpo definitivo al modello agenziale e magari collocarle più direttamente sotto il controllo politico per sancire la definitiva condanna a morte della lotta all'evasione fiscale.

 

Tutti fintamente preoccupati di garantire funzionalità alla macchina fiscale dopo aver creato le condizioni per renderla non operativa, attraverso spregiudicate politiche retributive, chiudendo uffici, e privando le Agenzie di funzioni fondamentali (si pensi all’esternalizzazione della riscossione ad Equitalia spa e, adesso, regalando le attività connesse all'Unico ai Caf di Cgil Cisl e Uil).

 

Questa strettoia nella quale vorrebbero infilarci è esattamente il ricatto dal quale dobbiamo sfuggire, immaginando un modello che rilanci il ruolo delle Agenzie e riparta dai lavoratori, dai loro diritti e da un ordinamento professionale che garantisca prospettive e crescita professionale per tutti.

 

Questo non è il momento di essere spettatori, ma occorre far sentire forte la nostra voce!

 

PER QUESTE RAGIONI, L’USB PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE ED AVVIA UN PERCORSO DI MOBILITAZIONE ATTRAVERSO UN CICLO DI ASSEMBLEE CHE PARTIRANNO DOPO LE VACANZE DI PASQUA.

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