RIUNIONE ALL'AGENZIA DELLE ENTRATE
Nell'incontro, oltre alle informazioni sul piano aziendale e sui nuovi (e da noi non condivisi) orientamenti che allontanano dalla lotta all'evasione, ci è stato comunicata l’intenzione dell’Agenzia di spiare i dipendenti!
Molti gli argomenti all’ordine del giorno nella riunione odierna all’Agenzia delle Entrate.
Per primo ci è stato presentato un sintetico piano aziendale 2016–2018 dal quale mancavano pezzi importanti sull’organizzazione e la formazione ed in cui risulta evidente il cambio di politiche sul fisco: tax compliance piuttosto che contrasto dei fenomeni evasivi, e questo in un Paese in cui l’evasione fiscale è mostruosamente alta (160 miliardi di euro di mancate entrate) e in cui l’85% dell’irpef viene pagato da lavoratori dipendenti e pensionati.
E’ un piano dal quale risulta evidente che nei prossimi anni non ci sarà alcuna inversione di tendenza. D'altra parte le norme emanate in materia fiscale in questi ultimi anni non hanno fatto altro che agevolare l’evasione: il cambiaverso e la delega fiscale hanno introdotto un’idea di Fisco “consulente delle imprese”, con la conseguenza che, mentre tutto il mondo dell’impresa patteggia con il fisco, ancora una volta lavoratori dipendenti e pensionati dovranno sobbarcarsi il grosso del prelievo fiscale.
E’ un piano in cui c’è poco sulle attività di controllo, anche perché come stiamo verificando negli uffici, soprattutto del nord, la gran parte delle risorse è stata dirottata sulla voluntary disclousure, cioè sull'ennesimo condono che permette per chi farà rientrare capitali illegalmente esportati, sconti sulle sanzioni e depenalizzazioni di gravissimi reati.
E’ un piano che non investe sui servizi, come ormai succede da moltissimi anni, mentre si chiudono uffici e si chiedono sforzi sovraumani ai lavoratori, ad esempio nell’assistenza al contribuente per la compilazione e l’invio delle precompilate
Per quanto riguarda poi le donne e gli uomini dell’Agenzia, notiamo che tra il 2016 e il 2018 ci saranno circa 2.000 pensionamenti mentre solo il 25% potrà essere rimpiazzato da nuove assunzioni.
Questo comporterà un ulteriore aumento dei carichi di lavoro, mentre nessuna risposta in termini salariali e di diritto alla carriera verrà data ai lavoratori.
Successivamente, sono stati presentati gli accordi sui criteri di destinazione delle risorse del cosiddetto “comma 165” e della quota incentivante 2014 con le stesse percentuali dell’anno 2013. USB non ha firmato ritenendo sbilanciate le somme assegnate alla dirigenza rispetto a quelle della aree professionali.
Il 14 luglio si procederà con l’accordo per il FPSRUP e nel comunicato approfondiremo anche quest’argomento.
Per quanto riguarda le progressioni economiche ci è stato comunicato un allungamento dei tempi per problemi tecnici e le graduatorie saranno pubblicate entro il 20 luglio
Si è poi passati a discutere dell’informativa sulle modalità di utilizzo degli strumenti informatici.
Abbiamo appreso dell’intenzione dell’Agenzia di procedere in primo luogo ad un controllo degli accessi alle banche dati e, con grande sorpresa, dell'intenzione da parte dell'Amministrazione, in casi sospetti (ma cosa significa casi sospetti?), di arrivare persino a controllare la posta e i contenuti del computer; quindi foto e documenti personali, e-mail personali. Noi non stiamo certamente dalla parte di coloro che usano la propria posizione per avere un tornaconto personale. Ma questo non legittima assolutamente la trasformazione della nostra agenzia in una sorta di stato di polizia, con tanto di leggi speciali. Questa è limitazione della libertà personale, anticostituzionale e intimidatoria nei confronti di tutti i lavoratori. Insinuare la cultura del sospetto non rientra nei piani dell’Agenzia.
Abbiamo subito bloccato l’Amministrazione chiedendo l’immediata sospensione di ogni iniziativa unilaterale volta a controllare a distanza i lavoratori poiché in palese contrasto con lo Statuto dei lavoratori, ancora vigente nel Pubblico Impiego, come recentemente ribadito anche dalla Corte di Cassazione che si è espressa sulla non applicabilità del Job act ai lavoratori del settore pubblico.