Sberleffo alla democrazia: il ridicolo della ricomposizione del tavolo di trattativa regionale delle Marche.
Il 16 luglio abbiamo assistito a quello che secondo noi è stato un vero e proprio sberleffo alla democrazia sia da parte di CGIL CISL e UIL che da un’Amministrazione che non riesce a rinnovarsi mediante comportamenti trasparenti.
Il fatto è che da un po’ di tempo a questa parte, probabilmente da quando c’è ”il governo amico” la democrazia sindacale e la trattativa, così come crediamo la intendano i Lavoratori, non c’è più.
Ma andiamo con ordine.
Convocazione il 16 luglio ore 10,30 per la ricomposizione del tavolo di trattativa regionale delle Marche. Alle ore 13 non si iniziava ancora la trattativa perché l’Agenzia ha inutilmente provato a ricomporre privatamente con le sole OO.SS. nazionali CGIL CISL e Uil per circa tre ore.
A parte l’arroganza delle Organizzazioni Sindacali che pretendono di fare incontri “in proprio” e di un’Amministrazione che si presta a questi giochetti, non possiamo che sottolineare quanto si arrivi al ridicolo quando tutto ciò non porta neppure ad una ricomposizione del conflitto.
La delegazione RdB nazionale ha scelto di non essere presente alla finta trattativa iniziata con un ritardo di circa tre ore, perché non ha inteso avallare queste discutibili modalità con cui si affrontano i problemi dei lavoratori (vedi ns. comunicato congiunto con FLP SALFI e INTESA: “Giornata nera per la democrazia sindacale”).
Nelle Marche non si è ancora arrivati a contrattare a livello regionale l’FPS 2005; i lavoratori hanno chiesto con una raccolta di firme l’avvio della trattativa e la rapida distribuzione delle somme agli uffici per la relativa contrattazione e il successivo pagamento.
Certo “rapida” ci sembra una parola esagerata, visto che nella nostra regione, forse per un malinteso senso di protagonismo hanno addirittura “anticipato” i vertici nazionali pretendendo “tavoli separati” non solo al tavolo regionale, ma anche sui posti di lavoro con le RSU che, come in una giostra, vagano da un tavolo all’altro o si presentano solo a quello che più gradiscono.
Ci dispiace per i lavoratori che già avrebbero potuto percepire i fondi dell’FPS 2005, anche perché in caso di rottura delle relazioni sindacali, si è sempre cercato di portare avanti le questioni economiche.
Crediamo, però, che oggi più che mai i lavoratori debbano decidere da che parte stare, da chi vogliono essere rappresentati.
Le raccolte di firme per mettere in discussione immediata l’FPS servono molto, ma non possono bastare se poi la trattativa vera avviene a tavoli “segreti” come avviene nelle Marche persino negli uffici locali.
Abbiamo proposte vere sul Fondo Politiche di Sviluppo, stiamo anche cercando di sperimentare in alcune regioni sul salario accessorio il mutuo soccorso tra i lavoratori per dimostrare a chi ci vorrebbe mettere uno contro l’altro, per trovarci più deboli in caso di tentativi di privatizzazione, che siamo uniti e solidali.
Questa è la nostra politica, questa è la nostra coerenza,
questa è la nostra battaglia.