Sicilia – Entrate, attività esterne alla DP di Agrigento: chi la dura la spunta. Lavoro agile: il CUG dà ragione a USB, altro che “pretesti” e “teatrino”!

Agrigento -

La linea che un’Organizzazione Sindacale sceglie di avere attiene direttamente allo studio del diritto, all’autonomia e alla coerenza.  Di agire, di decidere, di  accoppiare a ogni lotta una strategia, di rompere trattative o assentire. Di firmare o meno un protocollo o un Accordo.  Di azionare ogni spazio di intervento senza arrendersi mai. Perchè no di cogliere gli spazi di azione e insistere per fare il bene delle colleghe e dei colleghi.

Come ad Agrigento per l’incontro del 2 febbraio con all’ordine del giorno due semplici proroghe:

  1. Protocollo attività esterne
  2. Lavoro agile

Insomma una riunione che aveva tutte le premesse (  e i desiderata di chi pensava di sbrigarsi anpress anpress)   per essere una mera “formalità” e una momento di pura ratifica. Ma non per USB che in apertura chiede: ci sono spazi di trattativa o è un prendere o lasciare?

PROTOCOLLO ATTIVITA‘ ESTERNE.

Facciamo un piccolo passo indietro. Lo scorso mese di settembre, per la precisione il 7,  si era svolta anche ad Agrigento la trattativa sul protocollo attività esterne.

Sulla base del principio base per il quale a livello territoriale non si firmano mai accordi peggiorativi di quelli romani ( ci mancassi st’autra), USB aveva trasmesso una nota in cui evidenziava una serie di assenze nella proposta preventivamente mandata da  parte pubblica.

Per dare giusto un’idea dello slivellamento tra Agrigento e i palazzi romani mancava e l’elenco non è neanche completo:

  1. ogni riferimento al rischio basso;
  2. la limitazione delle attività esterne alle sole programmabili;
  3. la prioritaria individuazione del personale sulla base della espressa volontà;
  4. il  riferimento ( almeno potenziale) alle auto di servizio,  sostituito dal principio di obbligo dell’uso del mezzo proprio.

Usb aveva anche spinto il cuore oltre l’ostacolo, pertanto,  prendendo spunto dal Testo unico sulla Sicurezza sul lavoro,  aveva chiesto, ad Agrigento come in altre DP siciliane, l’autorizzazione all’interruzione dell’attività nelle more della comunicazione al datore di lavoro di rischi non preventivamente riconosciuti

( art. 44 Decreto Legislativo 81/2008)

Oltre a tutte le cosucce sopra indicate,  USB aveva fatto presente anche la problematicità legata alla scelta del soggetto tenuto alla compilazione della check list del rischio COVID  (il lavoratore)  e l’assenza della comunicazione alle parti sindacali del piano dei controlli esterni da eseguire.

Sebbene la Direttrice di allora avesse deciso di  inserire nel Protocollo  molte delle modifiche richieste dalla USB,  alla luce della mancanza di  un aspetto del protocollo nazionale ( la comunicazione alle parti sindacali dei controlli esterni da eseguire ) e della scelta di non inserire una semplicissima clausola  di salvaguardia a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sulla compilazione della check list ( sulla cui modalità di compilazione   gli altri  sindacati e la RSU davano ragione a parte pubblica)  con seconda nota formale e allegata USB non diede il proprio assenso al Protocollo.

Insomma, indietro non si torna!

Arriviamo al 2 febbraio. USB in premessa dichiara di non avere firmato il Protocollo attività esterne  ad Agrigento e pertanto, non essendo disponibile a una proroga automatica,  alla luce della posizione di ascolto di parte pubblica, espone sia verbalmente che per iscritto  le sue proposte di integrazione riprendendo da dove ci si era lasciati il 7 settembre 2020. 

  1. USB  continua a ritenere  che la compilazione della check list e la richiesta del protocollo anti contagio siano di competenza del datore di lavoro o di suo responsabile diretto e non del funzionario e pertanto si ribadisce l’inserimento della clausola di salvaguardia “ rimane ferma la valutazione finale del datore di lavoro in ordine alla sussistenza delle condizioni di sicurezza e alla valutazione del rischio che consentono l’avvio dell’attività esterna”. Pensa che il funzionario possa svolgere una mera attività istruttoria ma non avere le competenze specifiche nè in ordine alla valutazione del rischio da COVID 19 nè in ordine alla valutazione delle misure adottate da terzi soggetti (destinatari verifica- attività)”;
  2. “Chiede inserimento nel protocollo della  fornitura preventiva a OO.SS ed Rsu del piano dei controlli esterni da eseguire ( natura, quantità e tipologia del controllo)”;
  3. Chiede autorizzazione utilizzo auto a noleggio o taxi e in subordine anticipo delle spese nel caso di utilizzo veicolo proprio, ivi compresa la sanificazione del veicolo”;

Non solo. Visto che nel frattempo la crisi pandemica è diventata sempre più anche crisi economica e dunque al rischio COVID si somma il rischio rabbia sociale abbiamo anche chiesto:

  1. “Fermo restando la necessità di limitare l'attività esterna sino al termine dello stato di emergenza, si evidenzia come primaria importanza la funzione di selezione dei soggetti da sottoporre ad accessi, ispezioni, verifiche. La crisi sanitaria sta difatti dispiegando i suoi effetti nefasti nel tessuto produttivo del paese, esasperando tensioni sociali che, in assenza di ripresa economica, rischiano di rivolgersi in senso fortemente anti istituzionale. Partendo da queste considerazioni ed in assenza di “accortezze” da parte dell’Amministrazione, potrebbero aumentare in modo sensibile i rischi “ambientali” per il personale impegnato in attività esterne. Riteniamo pertanto che dette attività (che ribadiamo devono essere limitate al massimo fino allo stato di emergenza) dovrebbero essere indirizzate per tutto il 2021 principalmente al controllo di attività poco colpite dalla crisi economica, o che si sono avvantaggiate dallo stato di crisi, maggiormente strutturate e caratterizzate da alta spersonalizzazione, dove il controllo può essere programmabile e coordinabile con le strutture ospitanti”.  

Visto l’assenso espresso dal Direttore sulle proposte a)  e b)  di USB ( su taxi e auto a noleggio dopo il NO abbiamo chiesto  un impegno a portare nelle sedi opportune il nodo “strutturale” delle auto di servizio e insistito sul rimborso costo della sanificazione)  e l’atteggiamento di apertura mostrato sulla selezione delle “attività poco colpite dalla crisi economica, o che si sono avvantaggiate dallo stato di crisi”, USB ha deciso di  sottoscrivere la proroga del  Protocollo attività esterne new style.

Durante la discussione è emersa, su impulso della RSU,  la questione della regolamentazione degli accessi ai piani e dei contraddittori sui quali, ferma la garanzia di una casistica residuale e regolamentata sullo svolgimento in presenza, USB ha espresso la sua contrarietà allo svolgimento ai piani, ritenenendo piuttosto necessaria la creazione di spazi protetti nelle adiacenze del front office per i quali prevedere sanificazioni stringenti e areazione. Al momento e alla luce delle varie posizioni e argomentazioni il nodo della C.d. stanza del contraddittorio rimane aperto.

 

 

PROROGA ACCORDO LAVORO AGILE

L’Accordo della DP di Agrigento del 5 novembre in materia di lavoro agile ai tempi del CIVID 19 contiene diversi aspetti positivi e di garanzia.  La quasi totalità degli innesti migliorativi rispetto alle premesse iniziali furono  il frutto della trattativa portata avanti da USB, che decise di firmare.

L’Accordo  contiene, però,  anche delle tare “strutturali” che discendono direttamente dal Protocollo nazionale ( non firmato da USB) e su questo la nostra linea non è mai cambiata. Abbiamo fatto assemblee on line, raccolte di firme, presidi, lettere al CUG, all’Aran, alla Funzione Pubblica etc etc...

Quel 5 novembre, come incessantemente fatto in ogni tavolo terriroriale a tipo camurrìaUSB pose la questione dei permessi in lavoro agile e della parità normativa e retributiva tra lavoro agile e lavoro in presenza. Questione derubricata a “pretestuosa” non da parte del Direttore ma di una sigla sindacale (!).  

Toh! E che succede nel frattempo? Che dopo l’ARAN,   con nota 5- U del 22 gennaio 2021,  anche il CUG dà ragione a USB sui permessi in lavoro agile. Migliaia di ore scippate alle lavoratrici e ai lavoratori senza colpo ferire  e con l’assenso dei sindacati che non solo firmano accordi a perdere a Roma ma anche nei territori vorrebbero banalizzare una robetta tipo l’orario di lavoro ( art. 7 CCNL) e la vigenza di Leggi dello Stato . 

Certo se “teatrino” ( citazione espressa all’indirizzo di USB da chi ha firmato l’Accordo nazionale) si tratta come minimo di canto del cigno.

Alleghiamo per trasparenza tutte le note trasmesse durante le trattative ad Agrigento. La Carta canta e il sipario cala.

                                              USB PI Agenzie Fiscali Sicilia