Sicilia – Entrate, tra la vittoria sulle deleghe di firma e i nodi al pettine dello sportello

Catania -

Il 6 luglio si è svolto l’incontro a Catania avente ad oggetto la questione deleghe di firma all’Ufficio Legale, la nota della DP sulla ripresa attività e gli adempimenti successivi all’ultima riunione del 26 maggio.

Alla luce di quanto accaduto dopo l’ultima riunione, le organizzazioni sindacali hanno espresso la ferma convinzione che il verbale sindacale debba essere perfezionato e sottoscritto alla fine degli incontri.

Deleghe di firma all’Ufficio Legale: su questo punto, USB era pronta alla rottura delle relazioni sindacali.

Dopo un’accesa discussione che ha riguardato vari aspetti, dal concetto stesso di delega di firma, al saltare de plano una fase di vigilanza infraprocedimentale, ai principi sull’ anticorruzione, al rispetto della nota 93756 della Direzione Centrale sul responsabile del procedimento, parte pubblica ha assunto e verbalizzato l’impegno di ritirare tali deleghe, senza subordinarle ad alcuna richiesta ad hoc dei funzionari. È stato anche precisato da parte sindacale che la scelta di mantenere o meno la firma non dovrebbe mai preconfigurare un giudizio che possa inficiare il diritto alla carriera, qualora il funzionario decidesse in futuro di partecipare agli interpelli. Le organizzazioni sindacali e la RSU hanno il compito di rappresentare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, scongiurando quel rapporto uno a uno tra lavoratore e datore di lavoro intrinsecamente caratterizzato da un rischio di timore reverenziale.

Nota su smart working e ripresa attività: su questa nota USB aveva eccepito con un documento la fuga in avanti dell’Amministrazione, dal momento che la stessa Direzione Centrale con nota 233285 del 13 giugno 2020 prevedeva “un’ampia partecipazione al processo decisionale, tra gli altri, delle RSU e delle OO.SS.”, relativamente all’attuazione dell’art. 263 del DL 34/2020”.

La discussione sulla nota è stata di fatto assorbita dall’informativa orale sull’aumento degli sportelli a Caltagirone e a Catania (!).

Su questo, come USB, abbiamo eccepito che ci sono diversi livelli da contemperare.

Il primo riguarda la sicurezza, su cui riteniamo imprescindibile un accordo sindacale nella DP per il quale sin dallo scorso 26 maggio era stata formulato una proposta, rimasta senza esito e che oggi, alla luce delle pressioni sulle riaperture, dovrebbe non solo avere delle premesse fondative ma riguardare in maniera specifica le misure di distanziamento interno, con particolare riferimento al rischio assembramenti nello spazio antistante il front office e le rassicurazioni definitive sull’impianto di climatizzazione.

Il secondo riguarda il fatto che i servizi da erogare in presenza debbano essere in ogni caso quelli previsti dalla comunicazione 5 e dalle norme vigenti, alla luce dell’emanazione del Decreto Rilancio ( ivi comprese le misure previste all’art. 263 e dunque “l'erogazione dei
servizi attraverso la flessibilità dell'orario di lavoro e l’introduzione di modalità di interlocuzione programmata, anche attraverso soluzioni digitali e non in presenza con l'utenza”.

Il terzo riguarda quello dell’assunzione di responsabilità apicale: in un momento del genere, dove si chiede uno sforzo collettivo per la ripresa e il soddisfacimento delle esigenze dell’utenza, le prime figure che dovrebbero dare il buon esempio e scendere nella trincea dello sportello potrebbero essere quelle della catena di comando composta dalle figure di coordinamento.

USB aveva previsto la pressione sulle riaperture e il rischio corto circuito dei numeri allo sportello e per questo non solo ha sempre chiesto limiti ai rientri settimanali e la comunicazione delle turnazioni ai soggetti sindacali e agli RLS, ma lo scorso 18 giugno aveva mandato una richiesta specifica sul front office.

Essa aveva fatto focus su consistenza numerica del personale dei singoli Uffici territoriali ed in particolare dei front-office, numero dei lavoratori "fragili" o conviventi con persone ultraottantenni che non possono svolgere lavoro in presenza; numeri di afflusso del pubblico, con specificazione dei servizi erogati, percentuale di personale in presenza, numero dei rientri settimanali previsti e ribadiva l’importanza di coinvolgere gli ordini professionali nelle informazioni sui servizi da remoto.

Qui il link con la nota e in allegato la risposta della DP a USB.

Crediamo che sia corretto e giusto che i problemi al front office di Catania, atavici e oggi peggiorati non solo dalla carenza di organico ma dalla mancata comprensione nell’opinione pubblica delle misure di contenimento (grazie anche a una campagna di delegittimazione a mezzo stampa sullo smart working nel lavoro pubblico) non siano solo del front office ma di tutta la DP, a partire da chi ha ruoli di responsabilità, che si debbano trovare soluzioni proporzionate ed eque, che venga garantito il principio di rotazione e che nessuno debba essere sovraccaricato in maniera iniqua, rischiando di diventare il capro espiatorio della rabbia sociale in piena crisi economica.

USB Agenzie Fiscali Sicilia