Sicilia – Entrate, uno sguardo oltre la taumaturgia del green pass
Pubblichiamo per trasparenza la nota che USB ha trasmesso alla DR e a tutte le DP della Sicilia in materia di green pass.
Siamo profondamente convinti che il vaccino sia lo strumento principe per la lotta al virus e sin dai primi mesi del 2020 abbiamo lottato per la liberalizzazione dei brevetti protestando davanti alle sedi delle multinazionali farmaceutiche e costruendo le campagne internazionali per far sì che non ci fosse nessun profitto sulla pandemia.
Riteniamo che la pandemia abbia messo in evidenza l’esigenza di un Paese diverso da quello messo in ginocchio dal Covid.
Un Paese che metta al centro la salute pubblica e la persegua attraverso l’utilizzo degli strumenti che la scienza mette a disposizione e con interventi strutturali che adeguino la sanità pubblica al compito che è chiamata svolgere.
Un Paese che si sciolga dal ricatto delle multinazionali attraverso il rilancio della Ricerca Pubblica, liberando dal profitto quel sapere per sua natura universale. Insomma, un Paese che combatta le disuguaglianze. Non il Paese di Draghi e Brunetta.
Troviamo gravissimo che tuttora larghissimi stati della popolazione dei SUD del mondo non abbiano accesso al vaccino, così sancendo un colonialismo della salute e ipotecando seriamente gli esiti di una lotta al virus che dovrebbe essere globale, contestuale e trasparente e non una gara a chi fa partire per primo la ripresa economica.
Queste profonde convinzioni non ci impediscono però di tenere fermi dei punti fondamentali di diritto, di buon senso e di responsabilità.
- Diritto: lo stato di emergenza pandemica non può diventare un grimaldello col quale cancellare conquiste storiche quali il diritto di difesa (previsto dallo Statuto dei diritti del lavoratore) e l’onere della sicurezza in capo al datore di lavoro ( previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza sui luoghi di lavoro);
- Buon senso: un terzo della popolazione lavorativa nel Pubblico Impiego non è vaccinata. La stessa relazione di accompagnamento al Decreto sul green pass calcola solo nella PA, al netto delle categorie per le quali è previsto l’obbligo vaccinale ( personale sanitario et cetera) 317.000 persone. Demonizzare o far finta che non esistano significa invisibilizzare un dato strutturale e una variabile numericamente importante;
- Responsabilità: riteniamo che salute e sicurezza sul lavoro non siano solo assenza di malattia ma anche perseguimento di un clima sereno, quanto meno possibile velenoso, divisivo e polarizzato da tifoserie contrapposte.
Pensiamo che il green pass non sia uno strumento dal potere taumaturgico ma piuttosto una precisa scelta politica, fortemente voluta dalle classi imprenditorali e Confindustria, che crea una pericolosa illusione che le aziende e gli Uffici siano in sicurezza e giustifica un “libera tutti” che rischia di esentare i datori di lavoro da tutte quelle misure che per legge sono tenuti a garantire ribaltando il problema sul singolo lavoratore.
Pensiamo che non si può e non si deve abbassare la guardia anche a causa delle varianti del virus che sono molto aggressive, per non parlare del mancato potenziamento dei mezzi pubblici, della scuola e della sanità territoriale.
Per queste ragioni parlare di green pass senza discutere di sicurezza, per di più in una fase di transizione in cui si paventano rientri mentre la fine dello stato di emergenza è prevista a fine anno, è fuorviante. Dopo un 2020 con cui USB, in perfetta solitudine, in ogni DP* della Sicilia, ha chiesto accordi territoriali specifici sulla sicurezza e non solo sul lavoro agile, inizia un fine 2021 dove questa sicurezza va una volta per tutte messa nero su bianco e sede per sede.
Per queste ragioni e al fine di avere una panoramica quanto più possibile attuale e specifica inviamo in allegato sia un volantino che un vademecum invitando tutte e tutti a segnalarci le criticità alla casella sicilia.agenziefiscali@usb.it
USB PI Agenzie Fiscali Sicilia