Veneto – Entrate, la sicurezza è una priorità, altro che perdita di tempo!
In un Paese dove si registrano oltre 3 morti al giorno sui luoghi di lavoro, dove le logiche di profitto prevalgono sulle misure di sicurezza, dove 3 studenti sono morti in aziende mentre partecipavano ai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), dove al Benessere Organizzativo non si associa il concetto che lavorare bene significa lavorare meglio, capita ancora di trovare dirigenti che considerano la sicurezza una perdita di tempo affermando di avere cose più importanti di cui occuparsi!
È quello che è emerso alla riunione del 19 settembre indetta dalla Direzione Regionale Veneto con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza della sede, un incontro che poteva costituire l’occasione per garantire una maggiore sicurezza ai dipendenti e colmare le criticità evidenziate dai loro rappresentanti e che, al contrario, si è rivelata l’ennesima occasione da parte della Dirigente per sminuirne il ruolo, delegittimarne il lavoro, un modo per alzare la voce e liquidare con toni intimidatori ed offensivi le iniziative intraprese.
È proprio vero che manca ancora una “cultura della sicurezza” nella gran parte dei dirigenti, che la figura del RLS rimane un avversario da combattere ed annientare, fisicamente, cercando di ignorarlo e psicologicamente tentando di isolarlo, sottovalutandone il ruolo o mettendone in discussione la competenza.
Occuparsi di sicurezza diventa davvero una perdita di tempo quando invece di risolvere le criticità ci si impegna a negare l’evidenza, quando anziché accogliere una relazione scritta dai RLS a conclusione di sopralluoghi si cercano motivazioni per smontarne le osservazioni, quando anziché approfondire le criticità con pacatezza, rassicurando gli interlocutori sulle misure di sicurezza adottate o che si intendono intraprendere per abbassare l’esposizione al rischio, si spendono due ore di sterili provocazioni, con toni e modi che non appaiono consoni al ruolo di una Dirigente.
Quelle che seguono sono le affermazioni emerse al tavolo in maniera scomposta, a volta urlata da parte della Direzione Regionale Veneto che riassumiamo per una chiara lettura:
- Un buon RLS non scrive, telefona o riferisce a voce!
- Un buon RLS per relazionare in merito alle criticità rilevate non si rivolge al datore di lavoro (unico responsabile in materia di sicurezza secondo la normativa vigente N.d.A.) ma si confronta con il RSPP e, solo nel caso in cui questi non sappia rispondere, può rivolgersi al datore di lavoro!
- Un buon RLS non importuna la Dirigente impegnata a controllare l’assolvimento degli obblighi strumentali di una azienda nemmeno per segnalare che l’inserimento dei tornelli all’ingresso della sala mensa ostacolano le vie di fuga in caso di pericolo imminente, rappresentando un serio problema di evacuazione soprattutto per i colleghi disabili!
- Un buon RLS non riporta le lamentele del personale di sede e di tutta la regione Veneto lasciato senza sistema di raffrescamento per una libera interpretazione data alla nota della Funzione Pubblica volta a sensibilizzare le amministrazioni ad un utilizzo oculato delle risorse energetiche, ma si complimenta con la propria Dirigente Regionale per l’ottima soluzione intrapresa!
Vorremmo suggerire alla Direttrice Regionale del Veneto, che ha sottolineato nel corso dell’incontro cosa dovrebbe fare o non fare un RLS, che dovrebbe ringraziare e non insultare i propri RLS di sede che con tanta attenzione si prendono cura di evidenziare rischi e problematiche sottovalutate o non considerate.
Un giorno, e ci auguriamo mai, a pericolo scampato potrebbe persino dover essere grata a persone così attente quali i RLS di sede hanno più volte dato prova di essere, dipendenti che prestano aiuto e collaborazione attiva prendendo a cuore la sicurezza e la prevenzione come richiede il ruolo assunto su mandato dei lavoratori.
USB Pubblico Impiego Agenzie Fiscali