Veneto - Entrate, NO alla chiusura dell'area controllo
I lavoratori di San Donà di Piave, riuniti in assemblea da USB, hanno ribadito la loro contrarietà a qualsiasi tipo di trasferimento e metteranno in campo una serie di mobilitazioni per far capire all’amministrazione, alle forze politiche locali, all’opinione pubblica e alle categorie professionali l’inutilità e la gravità dell’operazione.
Dopo aver dichiarato lo stato di agitazione e richiesto la conciliazione con la Prefettura si preparano ad uno sciopero e ad una mobilitazione che renda esplicito la loro giusta indignazione.
Non si possono prendere i lavoratori e spostarli come pacchi postali facendo un favore solo agli evasori fiscali che ringraziano per l’arretramento del controllo fiscale. La Spending Review non perdona e ridurre le funzioni di un ufficio è il preludio per una successiva chiusura generalizzata della sede. Per questo se al tavolo provinciale non si otterrà il mantenimento di competenze e risorse sul territorio, seguendo le indicazioni dei lavoratori, come USB romperemo le trattative a livello provinciale per spostarle al tavolo regionale e se anche questo non basterà porteremo la discussione sino alla sede centrale chiedendo almeno il rispetto degli accordi sottoscritti in fase di riorganizzazione per la nascita delle Direzioni Provinciali.
Vorremmo anche ricordare che l'amministrazione nel passato aveva chiesto ai lavoratori di cambiare il proprio lavoro per restare nella sede di appartenenza vincolando, in questo modo, se stessa e i lavoratori a tale scelta e istituendo i Team delocalizzati per evitare che la "riorganizzazione" comportasse lo smantellamento del controllo nelle sedi periferiche.
La disponibilità dei lavoratori viene ora ripagata con il trasferimento coatto? Paradossalmente si viene a creare un diverso trattamento tra questi lavoratori e quelli degli uffici più piccoli di Chioggia e Portogruaro dove non sono stati istituiti i Team delocalizzati e non c’è nessuno a rischio di mobilità.
I lavoratori di San Donà di Piave chiedono anche ai lavoratori di Venezia 1 di unirsi alla protesta e di rimandare al mittente la proposta di concordare i criteri per la mobilità coatta che sarebbe come fornire la corda al boia per la propria impiccagione.
Potremo vincere solo se uniti e capaci di manifestare la nostra contrarietà, senza abbassare la testa ed entrare in logiche autolesionistiche che aprano la strada a ben peggiori situazioni in cui si potranno tra non molto trovare anche altri lavoratori. Ed è proprio per questo che come USB diciamo a tutti i lavoratori della Dp di Venezia, del CAM e del CO di sostenere la mobilitazioni di coloro i quali oggi si trovano nell’occhio del ciclone perché è solo unendo le lotte che è possibile fermare lo scempio delle norme che ci voglio vedere soccombere.