Agenzie Fiscali - Referendum: riaccendiamo la democrazia!

Roma -

Favorire la massima partecipazione dei lavoratori alle scelte che li riguardano è un tratto saliente della nostra politica sindacale. È una questione intimamente legata al tema della democrazia sindacale e della partecipazione dei lavoratori alla costruzione del loro futuro, nel nome di una rappresentanza sindacale che oggi chiede di essere ricostruita. È del tutto evidente infatti che il rapporto di fiducia fra i lavoratori e una buona parte del mondo sindacale si è sfilacciato e che esso va ricostruito ridando ai lavoratori quel protagonismo da cui esso ha origine. I lavoratori devono poter incidere e decidere su ciò che ha un impatto pratico sulle loro vite.

 

Noi crediamo che non sia opportuno abbandonarsi alle tentazioni più semplicistiche (qualunquiste se vogliamo) in nome delle quali si rubricano tutti i sindacalisti e tutto il sindacalismo alla voce "altra casta"; e crediamo però che aver reso poco trasparenti e poco partecipate le scelte che riguardano i lavoratori sia stato un atteggiamento di casta che RdB ha sempre rifiutato. Per questo ad ogni occasione, rinnovi contrattuali giuridici ed economici in testa, abbiamo messo ogni sforzo per allestire le consultazioni referendarie che pur non avendo carattere vincolante rivestono un fondamentale ruolo per avvicinare i rappresentati ai rappresentanti.

 

Oggi più che mai è necessario sostenere lo strumento referendario, pur ribadendo che esso non ha (e non può avere per tanti motivi non solo giuridici) carattere vincolante. Almeno per ora. Mentre altri raccolgono firme a sostegno di futuri e ipotetici referendum, nel nome di una democrazia tutta teorica, noi stiamo predisponendo il necessario per chiedere ai lavoratori delle Agenzie Fiscali un parere - e un giudizio - sul testo della preintesa sottoscritta tre settimane fa, il 24 novembre 2008 all'ARAN per il rinnovo del biennio economico. In altra sede abbiamo espresso il nostro giudizio politico-sindacale (del tutto negativo). Ora ci interessa chiedere il vostro.

 

Il voto potrà essere espresso in via telematica dal 15 al 19 dicembre prossimo, 24 ore su 24. Tutti i lavoratori potranno farlo direttamente dal loro pc in ufficio. Quelli assenti per tutta la settimana potranno votare tramite il sito web di RdB Agenzie Fiscali.

 

Il quesito referendario verrà proposto per la prima volta solo in via telematica. Ogni lavoratore riceverà sulla propria casella di posta una e-mail di invito al voto. La procedura elettronica consentirà il pieno anonimato, pur garantendo com'è giusto che sia il riconoscimento dell'elettore così come accade in ogni normale operazione di voto svolta con i seggi tradizionali. Mentre scriviamo non sappiamo se le Agenzie Fiscali rimuoveranno i filtri della censura. Nel peggiore dei casi la mail di invito al voto dovrà essere recuperata nel cestino della spazzatura.

 

I lavoratori ci sono abituati e noi pure. Ribadiamo che anche in questa occasione abbiamo scelto di non usare mezzi per aggirare i filtri come altri hanno fatto e continuano a fare. Riteniamo infatti che facciano parte delle regole di democrazia la trasparenza e anche la coerenza di portare avanti questioni di principio. Chiederemo alle Agenzie Fiscali di dare piena agibilità alle operazioni di voto che per la prima volta si svolgeranno solo telematicamente. In passato abbiamo registrato positivamente la disponibilità data dall'amministrazione che ha consentito l'allestimento dei seggi e lo svolgimento di operazioni di voto nella massima collaborazione.

 

Oggi che il referendum si svolgerà per la prima volta esclusivamente via web crediamo di poter trovare la stessa disponibilità. I quesiti referendari sono due: il primo consente di esprimere un giudizio sulla preintesa per il rinnovo del biennio economico; il secondo invece consente di esprimere un giudizio sulla riforma del sistema contrattuale, con particolare riguardo alla triennalizzazione dei contratti (scadenze triennali e non più biennali per i rinnovi economici e giuridici). La pratica sindacale è fatta anche di questi esercizi.

 

Cogliere l'occasione per esprimere un giudizio personale può essere - più di una firma - una chiara domanda di democrazia. Lasciare al sindacato l'esercizio del potere di rappresentanza in assoluta solitudine, al di là di chi firma o meno, sarebbe invece un altro passo nella direzione sbagliata. La parola ai lavoratori.