Agenzie Fiscali - USB proclama lo stato di agitazione

Progressioni, salario accessorio, passaggi verticali: tutto bloccato, tranne i carichi di lavoro

Roma -

Gli accordi sottoscritti a fine 2010 per le progressioni economiche e per il salario di produttività sono ancora privi di certificazione.

La Ragioneria dello Stato non ha dato il via libera, ponendo l'ennesimo ostacolo sia all'avvio delle progressioni economiche sia al pagamento della produttività collettiva e individuale relativa al 2009.

Questo è solo l'ultimo di una serie di incidenti di percorso che hanno condizionato gli accordi già nella fase negoziale, quando ci è parso chiaro che alcune organizzazioni sindacali giocavano al ribasso, soprattutto alle Entrate.

Gli accidenti sono continuati anche dopo e continuano oggi con la mancata certificazione degli accordi, di quelli belli e di quelli brutti.

Comunque vada a finire questa vicenda (e non potrà che finire bene, a meno di non voler portare la “rivoluzione” nei posti di lavoro...) ciò che sta accadendo in questi mesi è il segnale tangibile dell'inconsistenza politica del tavolo negoziale.

Chiunque ha la possibilità di intralciare il cammino degli accordi seguendo la propria personale logica bottegaia.

Lo fa la Funzione Pubblica, che non perde occasione per ribadire la supremazia del datore di lavoro sulle organizzazioni sindacali (cioè sui lavoratori).

Lo fanno gli organi di controllo, a cui non pare vero di sforbiciare gli accordi agitando presunte irregolarità tecniche senza rendersi ben conto delle conseguenze che certe decisioni possono avere e hanno sui lavoratori.

Lo fanno le stesse organizzazioni sindacali, almeno quelle che nell'ambito di settore cercano di arrabattarsi per non perdere la faccia davanti ai lavoratori, presentandosi con improbabili comunicati in cui spiegano che le retribuzioni sono addirittura cresciute, grazie ai loro accordi.

La realtà, che i lavoratori sanno prima che loro provino a spiegargliela, è che le retribuzioni sono crollate per effetto del blocco ai salari, ai contratti e alle carriere, mentre l'inflazione galoppa e le tariffe aumentano.

E proprio non serviva firmare un accordo come quello del 4 febbraio 2011 “cari” Cisl, Uil e Salfi, perché in quell'accordo le relazioni sindacali vengono piegate alla logica della produttività, cioè alla logica del “padrone” o “datore di lavoro” se vi piace di più.

Così, grazie alla svendita delle prerogative sindacali aumentano solo gli incarichi dirigenziali e le relative retribuzioni, mentre sui lavoratori piovono carichi sempre meno sostenibili, obiettivi sempre meno comprensibili e comunque costruiti in modo da portare più soldi ai dirigenti e meno ai lavoratori.

E proprio nelle Agenzie Fiscali si attende ancora il pagamento della produttività 2009, mentre in altri comparti della Pubblica Amministrazione ai lavoratori stanno già pagando un acconto sul 2011.

Per questa serie di motivi stiamo organizzando concrete iniziative, sulle quali vi aggiorneremo tramite il nostro sito, per ottenere lo sblocco immediato degli accordi.

E al tempo stesso proclamiamo lo stato di agitazione in tutto il comparto Agenzie Fiscali, per lo sblocco degli accordi su progressioni e salario accessorio, per lo sblocco dei passaggi verticali alla terza area e più in generale per tornare a far parlare di diritti sindacali là dove sembra calata la notte più nera: nei posti di lavoro.