Dietro la semplificazione, tagli a servizi, salario e fisco!
In un paese con 160 miliardi di evasione fiscale che scarica l'80 percento del prelievo su lavoratori dipendenti e pensionati, ci dovrebbe essere un investimento massiccio sulla macchina fiscale, sui lavoratori e sui servizi. Nel paese dell’ingiustizia fiscale e della propaganda renziana invece si straparla di semplificazione mentre si chiudono uffici, si tagliano servizi ai cittadini, si varano condoni mascherati per i grandi evasori e si sparano giudizi avventati sul salario accessorio - parliamo ormai di poche migliaia di euro lorde - dei lavoratori. E mentre si fanno tagli su tagli, si distrae l’opinione pubblica.
Ieri erano i blitz a Cortina, oggi l’arma di distrazione di massa si chiama semplificazione e assume la forma della dichiarazione precompilata che da anni esiste già per milioni di contribuenti, ma non importa. Basta parlarne. Con la dichiarazione precompilata non cambierà nulla per gli incapienti, per i pensionati, per i lavoratori dipendenti già tartassati oltre ogni limite da una pressione fiscale mostruosa quanto l’evasione. E mentre nulla cambia, il governo continua a sostenere nei fatti la grande evasione, depenalizzando i reati commessi da chi ha esportato i capitali all’estero e ignorando temi sostanziali come il contrasto d’interessi o il falso in bilancio.
Mentre l’evasione fiscale resta un tema da salotto, improvvisamente è finito sotto la lente d’ingrandimento il salario accessorio dei lavoratori. L’argomento è stato trattato male e a sproposito e comunque non ce lo faremo scippare da commentatori improvvisati o incauti. Noi da tempo sosteniamo che argomenti come la produttività e la meritocrazia siano incompatibili con lo svolgimento di delicate funzioni pubbliche a meno di non voler aprire o prestare il fianco a critiche e strumentalizzazioni che hanno il solo scopo di legittimare altri tagli al salario dei lavoratori. Da anni conduciamo una battaglia sindacale e politica per la stabilizzazione del salario accessorio, perché crediamo nella professionalità dei lavoratori che meritano riconoscimenti stabili e concreti e non l’obolo di una firma strappata al ministro di turno, peraltro con sempre maggiori difficoltà, per avere con anni di ritardo un salario accessorio sempre più ridotto. Su questa proposta ci siamo sempre spesi e abbiamo raccolto migliaia e migliaia di firme e sulla stabilizzazione salariale continueremo le nostre battaglie sindacali, anche quando - nelle prossime ore - verranno ritualmente “discusse” le prossime convenzioni.
Il piano aziendale affidato all'Agenzia delle Entrate conferma le nostre peggiori sensazioni: c'è la chiara volontà politica di non disturbare gli evasori e di dare ancora addosso a lavoratori e cittadini. All'imminente confronto sulle convenzioni ribadiremo la necessità di investire sui lavoratori e sul comparto, di potenziare la lotta all’evasione fiscale, di difendere i servizi pubblici. Auspichiamo che anche dai vertici delle Agenzie, troppe volte silenti, arrivino richieste forti e chiare in tal senso, da rivolgere al governo e a chi lo rappresenta. Alla chiusura degli uffici, al taglio servizi, alla propaganda noi opponiamo proposte concrete:
1. stabilizzazione del salario accessorio;
2. assunzioni per potenziare il comparto;
3. stop alla chiusura degli uffici e rafforzamento dei servizi;
4. norme durissime contro i 160 miliardi di evasione fiscale.