Emilia Romagna - Dogane, Lettera di una lavoratrice in mobilità coatta
Cari colleghi, come sapete da lunedì sono trasferita ad un altro ufficio. Esternarvi la mia amarezza, indignazione, delusione, incredulità per le modalità subite per questo avvicendamento è poco; mi è stato imposto senza nessun preavviso né possibilità di replica.
Un provvedimento del genere, realizzato in tempi così brevi, va ad impattare violentemente con la mia vita privata per i risvolti di quotidiana organizzazione, di natura economica e di salute.
Non credo di essere l’unica ad essere in questa situazione, ognuno di noi pesa i suoi problemi e questo vale sia per chi va via , sia per chi viene che per chi resta, naturalmente.
Ma c’è modo e modo; non so se tutte le persone coinvolte nell’avvicendamento abbiano avuto lo stesso trattamento, ma so per certo che questo é successo a me ed a tutti i colleghi dell’aeroporto.
... è vero sono un lavoratore dipendente e devo assoggettarmi alle decisioni dei miei superiori, ... e credo di averlo sempre fatto nel miglior modo possibile, rispettando i miei doveri. Non importa quanto ho dato all’Amministrazione e quanta parte ha avuto il mio ruolo, nel mio piccolo, per raggiungere gli obiettivi ...
Non ho avuto mai “timore” dei superiori ma rispetto.
Ho sempre creduto che il loro fosse un ruolo molto difficile, specialmente nella gestione del personale dovendo risultare IL punto di riferimento per noi tutti, con capacità decisionale, competenza e trasparenza, pronti al confronto ...
Questo ho sempre ritenuto, ed anche di avere qualche diritto!
Non mi resta che salutarvi tutti sperando che nessuno di voi debba incorrere in simili vicissitudini, mi batterò per questo, confidando anche nelle RSU e nelle sigle sindacali.
Ciao
Non vogliamo aggiungere alcun commento a questa lettera che, per rispetto della privacy, pubblichiamo senza nominativo.