Emilia Romagna - Entrate, le sanzioni disciplinari e le responsabilità
Questa volta la sanzione colpisce un lavoratore di Ferrara colpevole di aver applicato una prassi consolidata da anni nell’ufficio per semplificare e velocizzare la tassazione degli atti pubblici. Le due procedure contestate al lavoratore e non al Capo Team o al Direttore che le condividevano riguardano l’avviso bonario per aiutare i contribuenti che non sanno liquidare autonomamente l’imposta dovuta e l’altra è quella di liquidare in modo corretto gli atti pubblici trasmessi telematicamente dai notai senza avviso di liquidazione risparmiando tempo e denaro per la notifica.
Con l’intervento dell’audit il lavoratore viene sottoposto a provvedimento disciplinare che gli comporta una sanzione di due ore pari a 39,00 € che lui impugna e il giudice gli da ragione obbligando l’amministrazione a pagare 5.000 € di spese processuali. L’amministrazione decide di impugnare la sentenza in secondo grado chiedendo l’aiuto dell’Avvocatura di Stato.
Queste sono le conseguenze di un’amministrazione arrogante capace solo di fare la forte con i deboli e la debole con i forti. Ma la causa che ha determinato questa situazione sta nel fatto che i sindacati confederali di questo Paese prima attraverso la concertazione ed ora con la complicità non solo non difendono più i lavoratori contro leggi ingiuste e contro applicazioni ancora più assurde ma lavorano al fine garantire la tenuta sociale, cioè evitare che ci sia una grossa mobilitazione generale.
L’atteggiamento di queste organizzazioni elefantesche – ciglicisluil - è sempre più evidente e sotto gli occhi di tutti si sono legate mani e piedi con la politica ricevendo in cambio la possibilità di allargare i loro guadagni con gli enti bilaterali o con l’erogazione di sempre più costosi servizi per non parlare di posizioni di potere.
In ballo c’è il blocco contrattuale, la riforma pensionistica, il decreto Brunetta con l’inasprimento delle sanzioni e la cancellazione di forme di difesa per i lavoratori, l’informativa sindacale al posto della concertazione, il blocco dei passaggi in terza area per chi non è laureato, la sanzionabilità delle RSU che reclamano contro gli accordi sottoscritti ai vertici (vedi accordo del 10 gennaio), la chiusura delle sedi, il taglio degli organici e del salario accessorio, i limiti al diritto alla cura della malattia, la riforma delle pensioni … potremmo continuare con due pagine di misfatti ma penso che la realtà dei fatti sia ormai evidente e sotto gli occhi di tutti.
Quando poi questi provvedimenti diventano fatti reali sulle spalle dei lavoratori, come nel caso di Ferrara, allora i delegati territoriali di quegli stessi elefantiaci sindacati gridano allo scandalo e sembrano andare contro la loro stessa “testa”, ma così non è … tutto è confacente allo scopo di garantire la tenuta sociale … ci si agita in periferia per poi dire che non è possibile fare nulla … e il cerchio si chiude. Invece qualcosa si può fare e si deve fare “prendere a calci” questi impostori e sostenere chi denuncia e combatte contro queste norme e quest’arroganza amministrativa con cui non ha mai stabilito legami d’interesse.
Sostenere USB vuol dire sostenere il cambiamento, lamentarsi non serve, occorre agire.
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