Entrate - Revoche dei part time, indicazioni operative

Roma -

Uno schiaffo in faccia a tutti i lavoratori, questa è simbolicamente parlando la modalità con cui l'Agenzia delle Entrate, alla vigilia del primo maggio, ha revocato migliaia di contratti di part time.

La "nostra" amministrazione si conferma così essere il battistrada del caterpillar con cui si tenta di spazzare via i più elementari diritti dei lavoratori pubblici.

USB aveva anticipato e condannato la scelta dell'Agenzia di avvalersi della previsione di cui all'articolo 16 del collegato-lavoro che dava appunto facoltà all'amministrazione di procedere a una revisione dei part time entro sei mesi dall'entrata in vigore della norma.

C'è però una differenza enorme fra la possibilità di sottoporre un contratto in essere a una valutazione (anche se la stessa possibilità deve essere contestata e USB la contesta duramente) e il fatto che i contratti in essere siano considerati di fatto carta straccia. Non si può quindi esaminare i contratti e nel frattempo dichiararli decaduti unilateralmente. E non si può nemmeno farlo con indicazioni diverse sul territorio nazionale, dato che la questione era stata assunta dall'amministrazione attraverso una "cabina di regia" centrale.

USB conferma la scelta di offrire tutela giudiziaria ai lavoratori nei casi in cui questo percorso sarà ritenuto opportuno, ma deve essere chiaro - e devono esserne consapevoli prima di tutto i lavoratori - che questa battaglia non si può vincere solo sul piano tecnico-legale.

Serve un risveglio delle coscienze che non può che partire dal sostenere apertamente un sindacato che come USB affronta questioni così importanti e delicate per le quali serve una forza d'urto che può venire solo dal convinto e concreto sostegno dei lavoratori. Insieme alle revoche dei part time è iniziata una pesante revisione dell'orario di lavoro, del modello di relazioni sindacali ed è in atto una pesante riscrittura del sistema dei diritti e delle tutele che USB contrasta sul piano politico prima ancora che su quello concreto. Politicamente serve dunque una risposta dei lavoratori.

Queste sono le prime indicazioni operative che diamo:

1) scriveteci una mail all'indirizzo norevoche@usb.it indicando i vostri dati (nome e cognome, regione/ufficio, data di inizio del contratto di part time, tipologia del part time, eventuale motivo del part time, decorrenza e motivo della revoca unilaterale se l'amministrazione ve lo ha indicato);

2) non fate nessuna istanza per la concessione di un nuovo part time, nemmeno quando l'amministrazione indica scadenze tassative ed esplicite in tal senso. Attraverso il nostro studio legale daremo precise indicazioni nei prossimi giorni su come procedere rispetto alle nuove eventuali istanze e alla possibilità di patrocinare iniziative legali.*

Vi informiamo inoltre che USB sta inviando una nota al Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio per segnalare il fenomeno delle revoche selvagge all'Agenzia delle Entrate, come ha già fatto in occasione delle revoche al Ministero della Giustizia. Non può infatti sfuggire la circostanza che l'istituto del part time costituisce uno strumento, tra l'altro oneroso per i lavoratori, con cui si sopperisce al cronico deficit di servizi sociali nel nostro Paese. E non può sfuggire nemmeno il fatto che queste revoche selvagge colpiscono in larga parte le lavoratrici impegnate anche sul versante familiare.

Abbiamo infine dato mandato alle nostre strutture regionali affinché organizzino, ove opportuno, concrete e visibili iniziative di protesta insieme con i lavoratori. Come abbiamo già detto, e ne siamo convinti, le iniziative a difesa del diritto al part time, come le altre a difesa dei diritti, del salario e della dignità dei lavoratori pubblici, non si possono articolare solo sul piano tecnico-legale.

 

* (per quanto riguarda questo punto, vedi comunicato del 4 maggio 2011)