Entrate, rilevazione esperienze professionali: rischi seri e pochissima trasparenza
La prima riunione del Comitato nazionale congiunto sulla rilevazione delle esperienze lavorative non ha sciolto i mille dubbi e gli interrogativi che gravano sulla procedura. Il Comitato, che ricordiamo è congiunto (Agenzia e sindacati), ha rinunciato, per espresso volere dei più, a qualunque compito negoziale, limitandosi a un ruolo neutrale di osservatore tecnico. L'Agenzia addirittura auspica che proprio dal Comitato giungano ai Lavoratori quei segnali rassicuranti e distensivi per facilitare il percorso di autorilevazione e certificazione di primo e secondo livello, che da qui al prossimo settembre coinvolgerà tutti gli uffici.
Noi non siamo in grado di essere né rassicuranti, né distensivi. L'Agenzia ha confermato che non sta semplicemente "raccattando numeri". Lo avevamo intuito e alla luce dei dubbi che abbiamo, la cosa ci preoccupa. Quando si “raccattano numeri” senza chiarezza sul fine, è quasi certo che i numeri siano alla fine piegati a dimostrare tesi o garantire obiettivi a qualcuno.
L'autorilevazione è prevista dall'articolo 20 del CCNI. Ogni Lavoratore risponderà a una batteria di domande che sono state ricavate dall'allegato D del contratto integrativo, il quale contiene una declaratoria provvisoria di ruoli, famiglie professionali e processi. Al termine dell'autorilevazione, dicono, a ogni Lavoratore potranno essere assegnati un ruolo e un mestiere precisi. Da ciò dipenderà l'attribuzione di una qualifica giuridica ed economica quando, al termine della fase di rilevazione, verranno accoppiati ruoli e mestieri a posizioni giuridiche ed economiche. Allora il gioco sarà fatto. La procedura che oggi avrebbe una valenza solo gestionale, a sentire quello che si dice nelle aule di formazione, avrà immediatamente una valenza anche giuridica ed economica.
Un vero e proprio salto nel buio che riveste di credibilità la declaratoria provvisoria. L'autorilevazione, infatti, è articolata in modo tale da "costringere" ogni Lavoratore, con domande a risposta chiusa, a corrispondere forzatamente a una delle figure professionali provvisoriamente inserite nel contratto integrativo. Invece di adattare l'abito professionale al corpo del Lavoratore, si costringe il Lavoratore a entrare nell'abito professionale. Abito al quale, fra qualche mese, verrà assegnato un valore economico e giuridico. Quali siano questi valori non è dato saperlo. In questa fase sono richieste le solite doti che i Lavoratori del Fisco hanno dovuto esercitare in altri difficili momenti: pazienza. fiducia, spirito di collaborazione ecc.
Dall'autorilevazione possono emergere elementi pericolosi. Alla luce della vicenda sul comma 165, che ha impoverito le risorse legate alla produttività degli uffici, e del più generale impoverimento delle risorse destinate alle contrattazioni di primo e secondo livello, è ragionevole supporre che al termine di questo giro di giostra tutti scenderemo più o meno nelle stesse condizioni in cui siamo saliti, con buona pace di tutte le rivendicazioni sullo svolgimento di mansioni superiori e sul riconoscimento della professionalità dimostrata. Non avremo neppure qualcuno con cui prendercela, dato che saremo stati artefici del nostro destino, con l'autorilevazione che riceverà il sigillo di ben due direttori. Una bella pietra tombale, sopra le speranze del riconoscimento professionale.
In più, tra una settimana sarà operativo un software (Discoverer) in grado di estrapolare decine di proiezioni sulla base dei dati "volontariamente" inseriti dal personale: composizione uffici, distribuzione ruoli e mestieri per ufficio e per area, settore d'impiego del personale secondo la fascia retributiva e l'area di appartenenza, sbilanciamento delle figure professionali per aree territoriali ecc. Che accadrà se in un ufficio ci sarà un esubero di una certa figura professionale?
Non ci spieghiamo soprattutto perché a fronte di una rilevazione che potrebbe essere statistica, quindi anonima, che dovrebbe verificare la tenuta delle previsioni contenute nell'allegato D alla realtà organizzativa, si sia scelto un percorso che tende a dare per buona quella declaratoria, che è provvisoria ma viene considerata definitiva e che sia tutto meno che anonima.
Noi non accettiamo che si facciano esperimenti gestionali sulle spalle dei Lavoratori. Scriveremo al Direttore dell'Agenzia, dr. Massimo Romano, per chiedere l'immediata sospensione dell'autorilevazione e per avere un incontro che chiarisca i dubbi che il tavolo tecnico non ha voluto o potuto sciogliere. Prendiamo ancora tempo e non procediamo alla validazione dei dati inseriti. Di questi tempi è già difficile togliersi di dosso le etichette da “nullafacenti” che ci vengono appiccicate; figuriamoci quelle professionali! Prima di cliccare sul pulsante "Conferma" ricordiamo quanta differenza ci sia tra il dare le proprie misure a un sarto e il darle a un becchino.