Lazio - Entrate, la nostra posizione su l'orario di lavoro
Fin dall’attivazione dei Front-Office, le Rdb prima e la Usb poi, hanno evidenziato le criticità del modello organizzativo che si andava delineando nel rapporto utente-lavoratore: gli ambienti di lavoro (gli open space determinano inevitabilmente un aumento dello stress psico-fisico del lavoratore a contatto con l’utenza), le modalità organizzative del rapporto di lavoro (nessuna certezza circa il numero di ore lavorate agli sportelli e i tempi di chiusura dell’erogazione dei servizi) ed, infine, l’aspetto economico legato ad una indennità la cui corresponsione è incerta sia per quanto concerne l’ entità che i tempi.
Ultimamente, “sembra” che l’ amministrazione si sia accorta del problema front office e da questo sono scaturiti due accordi nazionali e, nel Lazio, l’accordo sperimentale presso la DP 1 di Roma. Questi accordi, non sottoscritti da USB, sono ispirati alla medesima filosofia: aumentare a dismisura l’orario di apertura degli sportelli, manomettendo diritti fondamentali (pausa pranzo, flessibilità ecc), in cambio di una indennità che, da subito, abbiamo definito “indennità di rinuncia ai diritti”.
Noi abbiamo sempre svolto, anche in sede locale un ragionamento diametralmente opposto, evidenziando che, per risolvere l’annoso problema del front office, occorre investire sul personale (notevolmente ridotto in questi anni) anche attraverso un piano straordinario di assunzioni, e riconoscere e valorizzare dal punto di vista professionale i lavoratori superando la logica perversa dell’indennità (a maggior ragione se corrisposta per rinunciare ai diritti).
Abbiamo quindi partecipato ai tavoli territoriali sull’apertura degli sportelli inflessibili nella difesa dei diritti dei lavoratori, ma comunque con spirito costruttivo.
Dopo quasi due anni sono venuti al pettine i nodi dell’ accordo locale in DP 1 che ha peggiorato sensibilmente le condizioni di lavoro dei colleghi senza peraltro risolvere i problemi dell’utenza, considerato che un monitoraggio svolto presso la DP 1 di Roma ha evidenziato che la maggior affluenza di utenti si verifica sempre nelle ore centrali della giornata. L’amministrazione e le altre sigle sindacali cercano, ora, di porre rimedio alla situazione diventata ormai esplosiva.
Ma la cura rischia di esser peggio della malattia: in questi mesi, infatti, l’amministrazione ha proposto una bozza d’accordo peggiorativa, da estendere a tutte le DP di Roma, che infrange leggi, contratti, direttive europee, e lascia al tavolo la sterile discussione se aprire gli sportelli 34, 38 o 41 ore ignorando bisogni e diritti dei lavoratori. Abbiamo più volte richiesto di partecipare fin dalla stesura della bozza alla discussione, per raggiungere una soluzione il più possibile condivisa, ma l’amministrazione ha sempre ribadito la non emendabilità della sua proposta.
Crediamo che la discussione che ci è stata proposta nei tavoli dalla direzione e che gli altri sindacati hanno fatto propria, sull’ampliamento degli orari di apertura dello sportello sia fuorviante in quanto crediamo che, come O.S. Sindacale, ci si debba interessare prioritariamente dell’orario di lavoro e dei diritti dei lavoratori.
Noi USB crediamo che i diritti dei lavoratori non siano monetizzabili e che, qualsiasi accordo non può segnare un arretramento nei diritti e nella tutela dei lavoratori.
Ecco i punti che per l'USB costituiscono una vera e propria piattaforma in materia di orario di lavoro:
- flessibilità minima dalle ore 7,30 alle ore 9,00;
- turni non superiori alle 4 ore;
- certezza degli orari di chiusura degli sportelli;
- pagamento delle indennità sulla base delle giornate di sportello;
- mantenimento di tutti i profili orari attualmente previsti ed eventuali ampliamenti;
- garanzia dello svolgimento della pausa pranzo tra le ore 13,00 e le 14,30;
- attivazione dell'istituto della banca delle ore per tutti gli uffici.
Questi sono punti che l' USB considera inderogabili.
L’alternativa sarebbe il peggioramento delle condizioni di lavoro ipotesi che, come abbiamo già fatto in questi mesi, troverà la nostra ferma opposizione.