Lazio - Entrate, orario di lavoro: avanti tutta! - FOTO -

Roma -

Nonostante la carenza di ore di assemblea, circa centocinquanta lavoratori, provenienti da tutti gli uffici delle DP romane, anche utilizzando permessi  personali, hanno dato vita ad una vivace e partecipatissima assemblea presso la DR Lazio, per ribadire un no chiaro e forte agli ordini di servizio emessi dalle Direzioni provinciali in materia di orario di lavoro.

Mentre le altre OO.SS, dopo aver siglato ben due accordi nazionali e un accordo locale (in DP 1) di fatto uguale alle diposizioni di servizio emesse dall’amministrazione, ora tacciono imbarazzate avallando l’operato dell’Agenzia, l’USB ha già individuato un percorso di mobilitazione avviato con le assemblee lampo del 4, 5 e 6 dicembre e approdato all’assemblea in Direzione regionale.

Dopo ampia e vivace discussione l’assemblea ha individuato una delegazione composta non solo da delegati USB ma anche dai lavoratori degli uffici territoriali, che hanno incontrato il Direttore regionale per rappresentare la richiesta emersa durante l’iniziativa: ritirare gli ordini di servizio e riaprire la trattativa.

Il Direttore regionale ha precisato l’indisponibilità a ritirare gli ordini di servizio ma, incalzato dalla delegazione, si è impegnato a convocare ai primi di gennaio i tavoli locali con le OO.SS, ventilando l’eventuale disponibilità a sospenderli finchè non si riesca ad addivenire ad un accordo.

Un risultato parziale e tutto da verificare, ma senz’altro frutto delle mobilitazioni che stiamo mettendo in campo. Un risultato, però, ancora insufficiente: l’USB non è disposta a partecipare a un tavolo sull’orario di lavoro con la spada di Damocle del 22 gennaio, data in cui dovrebbero  entrare vigore gli ordini di servizio.

Riportati in assemblea i contenuti del confronto con l’amministrazione, abbiamo ricevuto mandato per continuare il percorso di mobilitazione intrapreso, compresa l’indizione di uno sciopero cittadino degli uffici dell’Area metropolitana.

L’assemblea ha, inoltre, individuato nel  giorno della prevista convocazione sull’orario di lavoro un momento di ulteriore mobilitazione.

I lavoratori hanno poi dato vita ad un corteo esterno che ha idealmente circondato la Direzione regionale gridando sin sotto le finestre del Direttore la totale contrarietà ai contenuti degli ordini di servizio.

Sappiamo che l’Amministrazione è preoccupata perché consapevole che le iniziative intraprese sono destinate a coinvolgere un numero sempre maggiore di lavoratori.

Sta a noi trasformare la debolezza dell’amministrazione in forza e capacità di mobilitazione.

Abbiamo rotto il silenzio che avvolge la questione dell’orario di lavoro e siamo partiti col piede giusto.

Indietro non si torna nemmeno per prendere la rincorsa. La posta in gioco è troppo alta.