Sicilia - Lavoratori ex FIAT occupano la sede delle Entrate di Termini Imerese
Che sia chiaro subito: non ci piace questa politica di distrazione di massa, non solo mediatica, che individua gli uffici delle Agenzie fiscali e in questi giorni in particolare quelli delle Entrate, come il luogo simbolo o peggio ancora come la causa dell’attuale crisi sociale.
Su questo argomento, che merita una riflessione attenta, rimandiamo a un nostro comunicato pubblicato ieri pomeriggio.
Quello che ci preme ora è fare una considerazione sull'episodio che vede centinaia di Lavoratori ex FIAT in occupazione permanente presso la sede dell'Agenzia delle Entrate di Termini Imerese.
Le migliaia di Lavoratori ex Fiat di Termini Imerese, ai quali va tutto il nostro appoggio e sostegno, rischiano purtroppo di non avere più niente a che fare con il fisco perché si sono visti privati del diritto al lavoro ed a breve di perdere anche qualunque reddito per loro stessi e le loro famiglie.
Ed è proprio questo il problema. La loro condizione è il frutto di risposte drammaticamente sbagliate a una crisi sistemica che non hanno provocato loro. Queste risposte chiamano certamente in causa anche il ruolo della fiscalità nel nostro Paese, perché non è possibile che a pagare le tasse siano solo o soprattutto i lavoratori dipendenti e non è possibile neanche che il gettito fiscale venga utilizzato per "ripianare il debito pubblico" quando invece dovrebbe essere destinato al finanziamento del Welfare.
Il Fisco c'entra dunque in questo discorso, ma va detto che la condizione di chi ha perso o sta perdendo il posto di lavoro è il frutto di quelle risposte sbagliate date alla crisi sistemica. E qui entrano in gioco le politiche sociali e sindacali da troppo tempo in atto, anche con il concorso di Cgil, Cisl e Uil.
Ai Lavoratori che stanno occupando in queste ore l'ufficio di Termini Imerese, va anche detto che a breve sarà difficile trovare un ufficio pubblico da occupare, dato che stanno per chiuderne a centinaia. Proprio nella sede di Termini Imerese si trovano i primi (solo i primi!) nostri colleghi che solo qualche giorno fa hanno visto chiudere il loro ufficio, venendo trasferiti d'imperio e senza che nessuno battesse ciglio, a 70 (settanta) chilometri di distanza. Ciò è accaduto nell’indifferenza e nel silenzio dei sindacati complici, e in continuità con la politica di distruzione dello stato sociale, dei servizi pubblici e dei suoi Dipendenti.
Ciò è accaduto nelle stesse ore in cui a Palazzo Vidoni veniva messo a punto un protocollo sul lavoro pubblico che di fatto consente l'applicazione su vasta scala di un sistema di gestione della "forza-lavoro" che i Lavoratori ex FIAT conoscono benissimo per averne sperimentato sulla propria pelle i crudeli effetti.
Proprio quell’accordo generale col Governo, non condiviso e non firmato da USB, dà il via alla chiusura di sedi, alla messa in mobilità, ai licenziamenti di massa dei Lavoratori Pubblici.
Per questo chiediamo ai Lavoratori che hanno occupato la sede dell'Agenzia delle Entrate di considerare la loro drammatica condizione come il frutto di politiche sbagliate e di complicità sindacali.
Forse non sanno che, appena qualche giorno fa, le confederazioni Cgil-Cisl-Uil hanno sottoscritto un protocollo sul lavoro pubblico per fare agli "altri" (i dipendenti pubblici) ciò che ieri è stato fatto a loro.
Partiamo da questa riflessione e individuiamo percorsi coerenti per uscire tutti insieme, lavoratori dipendenti, da questa condizione.