Agenzia Dogane: 3000 Euro di indennità di obiettivo istituzionale. Troppi?

Roma -

Quando è arrivata l’assegnazione del comma 165, con mesi di ritardo e non senza che 17500 lavoratori lo sollecitassero unitamente ad una modifica della normativa, abbiamo subito chiesto che liquidazione dell’intera somma a titolo d’ indennità di obiettivo istituzionale.

 

Quando finalmente la contrattazione si è aperta tutto ci aspettavamo tranne che questa riguardasse solo 29 milioni dei 52 totali, rinviando la destinazione della restante somma ad altri istituti da individuare una volta costituito definitivamente il Fondo Politiche di Sviluppo 2006. Forse siamo sospettosi, ma vogliamo essere chiari: non permetteremo a nessuno di spalmare su più annualità i fondi derivanti dal comma 165.


In considerazione, poi, del fatto che lo stanziamento, che accorpava due anni, è stato del 40% in più rispetto a quello contrattato per il 2005, abbiamo richiesto un’indennità di obiettivo istituzionale non inferiore a 3000 euro medi, introducendo, inoltre il concetto di indennità di area all’interno della quale non dovessero esserci differenze fra le varie fasce economiche. Infatti nel primo CCNL, da noi firmato, non vi è diversificazione alcuna di mansioni all’interno della stessa area e per questo continua a non aver alcun senso l’esistenza di un’indennità diversificata tra una fascia economica e l’altra.


L’accordo siglato ieri, invece, prevede circa 2450 euro e nulla innova circa i criteri di distribuzione. Aver aumentato l’indennità in questione di circa il 10% non ci sembra un grande traguardo, non avere nemmeno la certezza sui tempi del pagamento è addirittura inaccettabile. L’Agenzia ha infatti inserito una clausola di salvaguardia che prevede un acconto di 7,5 milioni nel caso in cui non arrivasse lo stanziamento in cassa entro luglio.


Dopo aver chiesto che l’Agenzia anticipasse con fondi propri quanto era dovuto ai lavoratori già dal 2 novembre 2006 non potevamo certo accontentarci di un acconto ora, anzi a luglio. Siamo stanchi di un’ Agenzia che continua a trasferire il rischio di impresa sui lavoratori ragionando da Pubblica Amministrazione quando c’è da pagare i dipendenti, da azienda privata quando ai dipendenti si impongono piani aziendali e relativi obiettivi.


Dal 16 maggio 2004, data di entrata in vigore del CCNL Agenzie Fiscali, non avvengono scorrimenti per le posizioni super e l’ultima decorrenza degli sviluppi economici è stata 1 gennaio 2006, eppure accantoniamo sempre la stessa cifra, nonostante il gran numero di pensionamenti avvenuti negli ultimi anni avrebbe dovuto portare ad un significativo risparmio rispetto alla cifra originariamente stanziata. Che fine fanno queste somme?


E che fine fanno i fondi derivanti dalla “tassa sulla malattia” sottratti ai lavoratori dall’indennità di amministrazione.


E’ possibile che a metà anno, in cassa non ci sia nulla per il Fondo 2007 che permetta all’Agenzia di impegnarsi per una data certa a corrispondere ai lavoratori quanto gli è dovuto? Dove sono le novità positive introdotte dall’autofinanziamento?


La verità è che spesso difficoltà tecniche nascondo prese di posizioni ideologiche. Per Agenzia e OO.SS. firmatarie dell’accordo 3000 euro lordi per retribuire ai dipendenti il raggiungimento degli obiettivi istituzionali dell’Agenzia erano troppi. Ai dirigenti, se non si ridurrà la quota a loro spettante rispetto allo scorso anno, ne arriveranno in media circa 18000


CHI HA PERSO LA IL SENSO DELLA MISURA?