Argomento:

Comma 165. Doni ai dipendenti?

Roma -

In questi ultimi giorni, alcuni quotidiani, in particolare “il Messaggero” ed il “Corriere della Sera”, hanno criticato il diritto del personale del Ministero Economia e Finanze, e di conseguenza, delle Agenzie Fiscali, a ricevere i 407 milioni di Euro assegnati sulla base della legge 350/2003, il famoso comma 165.

Si arriva a parlare di “doni” ai dipendenti

Nel 1993 si è scelto, a base della concertazione, scelta mai approvata e sempre osteggiata dal nostro sindacato, di limitare i salari base e di far confluire soldi nel salario accessorio, sulla base degli incrementi di produttività.

Concetto surreale per il lavoro pubblico – dove si producono servizi e non certo beni materiali – e che quindi doveva essere definito in qualche modo. Quanto contenuto nel comma 165, per quanto di riguarda non è che una delle ultime definizioni.

L’attacco che la stampa ci sta muovendo, dando risalto alle liti interne al consiglio dei ministri (con Tremonti che si “difende” affermando che il decreto che distribuiva i fondi è stato firmato da Siniscalco), piuttosto che ai reali problemi del personale, ci conferma che la nostra critica all’impianto della concertazione è assolutamente fondata.

Non ci sono soldi per i contratti base e quelli per il salario accessorio vengono descrittiti come uno scandaloso dono ai dipendenti… che così ci rimettono dal tappo e dalla spina.

Lo scandalo sarebbe una legge dello Stato che alimenta
i fondi del salario accessorio?

Il vero scandalo è che i dipendenti delle Agenzie Fiscali sono senza contratto, falcidiati dal blocco del turn over, con livelli di produttività assegnati sempre più elevati, con il valore dei buoni pasto fermi al 1996, con detrazioni economiche in caso di malattia, senza il riconoscimento per intero dello stipendio nella liquidazione, con uno stipendio base da schifo, con fondi del salario accessorio distribuiti spesso in maniera fortemente discriminata… potremmo continuare a lungo…

Che fare?

Infittire ed acuire le forme di lotta contro un governo insensibile che non si fa scrupoli di metterci in piazza mistificando la realtà anziché riconoscerci quanto ci è dovuto.

Vogliamo contratti veri. Vogliamo riacquistare la nostra dignità


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