Argomento:

Decentramento Catasti. Lettera RdB/CUB, CISL, UIL, FLP e SALFI a Visco e Grandi.

Roma -

Decentramento catastale, ecco la lettera inviata al Vice ministro On. Visco, e al sottosegretario di stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze On. Alfiero Grandi 

            Le scriventi OO.SS. manifestano la loro preoccupazione in merito ai contenuti del Disegno di Legge sulla Finanziaria 2007 sulle modalità di decentramento del Catasto agli Enti locali.

            Come già sottolineato nel corso della riunione tenutasi agli inizi di ottobre con il Sottosegretario Grandi, riteniamo le modifiche che dovrebbero essere apportate al D.Lgs. 112/98, insufficienti a garantire un processo coordinato e cooperativo di esercizio delle funzioni, e molto forte invece è il rischio di depotenziamento e conseguente destrutturazione dell’Agenzia del Territorio, con notevoli ricadute sul personale e sullo stesso servizio reso all’utenza.

            Per questo ci siamo impegnati nei giorni scorsi a presentare una serie di proposte all’Autorità politica che, dobbiamo dirlo con franchezza, sono state recepite solo in parte nell’emendamento presentato in Commissione Bilancio della Camera dal relatore di maggioranza On. Ventura, mentre passi indietro notevoli sono stati fatti, con il medesimo emendamento, nella parte relativa ai criteri di trasferimento delle funzioni ai Comuni, dove il nuovo testo  rischia di provocare la frammentazione dell’esercizio delle funzioni e, a nostro parere, un ruolo sempre più riduttivo riservato allo  strumento convenzionale tra l’Agenzia del Territorio ed i Comuni.

            Intendiamo da subito sgombrare il campo da ogni equivoco:

            Non è in discussione il trasferimento di alcune funzioni dallo Stato agli Enti locali, in applicazione del principio del decentramento amministrativo, né ovviamente il ruolo dei Comuni nella partecipazione istituzionale all’esercizio delle funzioni catastali.

            Quello che secondo noi non è in linea con quanto avvenuto in questi anni è la riproposizione nei fatti di parti del D. Lgs  112 che riteniamo superate in merito alla gestione operativa dei servizi, grazie alla modernizzazione dell’Agenzia ed all’impegno del personale.

            Come Ella On.le Visco sicuramente ricorderà, uno dei punti qualificanti della riforma che portò alla creazione delle Agenzie Fiscali, fu proprio per quanto concerne il Territorio, la creazione di un nuovo Ente Pubblico, dotato di autonomia contabile, organizzativa ed amministrativa, capace di contribuire ad un profondo rinnovamento ed ammodernamento delle banche dati, che coniugasse le esigenze proprie dello stato centrale di garantire equità ai valori ed alle rendite, ed al tempo stesso capace di offrire servizi degni di questo nome ai cittadini ed agli operatori, gestendo con lo strumento convenzionale,  le funzioni che la Legge ha deciso di attribuire agli Enti locali in materia.

           A distanza di qualche anno dal decollo della riforma dobbiamo rilevare che molti miglioramenti sono avvenuti : la creazione di una banca dati affidabile ed aperta a tutti i soggetti interessati, l’eliminazione dell’arretrato, la nascita di strumenti come il contact center, la carta dei servizi e la creazione della carta della qualità, che sono in grado di offrire in tempo reale servizi qualificati agli interessati.

            Ma vi è di più: nel frattempo sono stati sperimentati e diffusi centinaia di  sportelli presso i Comuni o poli di Comuni, che hanno dimostrato l’efficacia e produttività dell’interazione con l’Agenzia del Territorio.

            La stessa normativa che si è succeduta, ha nel frattempo costruito momenti di scambio di informazioni, e di attività condivise, tra Agenzia e Comuni capaci, ove applicata dalle parti, di far conseguire notevoli passi in avanti verso la cooperazione istituzionale, il miglioramento delle banche dati, la corrispondenza tra gli immobili, il loro valore reale e le percentuali di tassazione.

            Risultato raggiunto grazie allo sforzo, al sacrificio di migliaia di lavoratori che si sono messi in discussione, si sono aggiornati, hanno aumentato in modo considerevole lo standard e la qualità delle prestazioni.

            Con lo sviluppo della telematica non è più rilevante il posto fisico di accesso ai servizi, quanto piuttosto la fruibilità, la qualità e la certezza degli stessi.

            Se permangono ancora delle criticità, queste non sono certamente addebitabili al personale ed alle OO.SS., che hanno accettato la sfida, quanto piuttosto alle indecisioni politiche, al clima di incertezza, ed anche ad una certa timidezza e poca incisività, che ha caratterizzato il Vertice amministrativo dell’Agenzia in questi anni.

            Che senso ha, dopo questa fase complessa ed anche non priva di ostacoli,  andare oggi nei fatti a disconoscere quanto costruito, anche e soprattutto, con il Governo di centro sinistra alla fine del 1999 ed all’inizio del 2000. con una riproposizione di una normativa ormai superata, fonte di criticità, di possibili duplicazione di costi e di scarsa efficienza amministrativa?

            Qui nessuno intende difendere interessi corporativi o di settori dell’Agenzia del Territorio, nessuno disconosce la potenzialità di un  trasferimento istituzionale che resta all’interno della Pubblica Amministrazione, pur nei diversi livelli di rappresentanza e di democrazia partecipata.

            Si tratta di ragionare su quale è il mezzo, lo strumento, il modello, per realizzare al meglio  con efficacia tale opzione politica ed istituzionale.

            Siete veramente convinti che il trasferimento fisico di migliaia  di lavoratori da una sede all’altra, con problemi di natura logistica, contrattuale e di riconoscimento delle professionalità acquisite, con  ricadute in termini organizzativi e di costi, sia la strada maestra per accelerare un processo di ammodernamento e miglioramento del servizio?

            Siete convinti che creare nuove società, nuovi Enti, consorzi che gestirebbero il tributo per conto dei comuni, sia migliorare l’efficienza, o piuttosto come noi temiamo non sia foriera di esternalizzazioni, di nuove spese, a scapito del servizio e di tutta la collettività?

            Che senso ha depotenziare una riforma come quella delle Agenzie fiscali che tutti noi riteniamo, pur con diversi accenti e con diverse posizioni,  rappresenta una straordinaria operazione di rinnovamento della pubblica amministrazione italiana, fiore all’occhiello del nostro Paese, e su cui la stessa attuale opposizione ha dovuto ricredersi, diventando adesso convinta sostenitrice di tale modello organizzativo?

            Ecco il perché nell’interesse del Paese, della sua credibilità, della sua capacità di portare a compimento il disegno riformatore, di credere nel lavoro pubblico, per evitare confusioni, doppioni, esternalizzazioni chiediamo una decisa inversione di tendenza, che modifichi l’attuale formulazione prevista nel disegno di legge e nell’emendamento della maggioranza e che  invece ci si muova in una diversa direzione che :

·          Eviti nuovi rinvii nell’applicazione della scelta istituzionale.

·          Attui la normativa sul decentramento, specificando le attribuzioni in materia di determinazione degli estimi, delle rendite, delle certificazioni e  dell’aggiornamento degli atti.

·          Confermi e rafforzi il ruolo dell’Agenzia del Territorio, come Ente pubblico capace di gestire rispettivamente per conto dello Stato centrale con le Convenzioni triennali con l’Autorità Politica le materie ad esso riservate, e per conto degli Enti Locali, in forma singola o associata, mediante la stipula generalizzata di Convenzioni non onerose e la cooperazione istituzionale, le materie che la Legge trasferisce a questi ultimi.

            In questo modo, lo ribadiamo, non disperderemo il lavoro fatto in questi anni, non disconosceremo le professionalità e le capacità tecniche dell’organismo previsto dal D.Lgs. 300/99, renderemo concreto, esigibile, economico ed efficace il decentramento catastale, eviteremo tensioni sociali, spostamenti e ricollocazione di lavoratori, disfunzioni organizzative e maggiori costi alla collettività.

            Questa è la nostra posizione.

            Chiara, propositiva e coerente con il percorso che insieme abbiamo contribuito a costruire in questi anni.

            Se questa posizione dovesse trovare ancora incomprensibili veti, valutazioni preconcette, significa che in questa fase non prevarrebbe la ragione e l’interesse pubblico, ma altre opzioni, pur comprensibili nello scenario politico ed istituzionale, ma non accettabili.

            E se ciò dovesse avvenire la presa di posizione del sindacato nel suo complesso non potrà che essere di forte opposizione in ogni fase, a partire dalla discussione parlamentare, fino alle successive fasi di confronto sull’emanazione dei DPCM previsti.

            Opposizione che si tradurrà in iniziative di mobilitazione e di lotta che faranno sentire  forte la voce dei lavoratori e del sindacato, contro una decisione pasticciata e confusionaria, che ove approvata, scontenterebbe la maggioranza del Paese.

            In conclusione, nel preannunciare  la consultazione capillare e diffusa di tutti i lavoratori con una serie di Assemblee che si terranno in tutti gli Uffici del paese  e con una massiccia campagna di informazione a tutti i cittadini ed agli operatori, chiediamo, come concordato nella riunione tenuta ai primi di ottobre con l’Autorità Politica, una immediata convocazione, per conoscere le valutazioni del Governo sulle nostre proposte, e conseguentemente definire le necessarie modifiche al testo in esame all’Assemblea della Camera dei Deputati.

            In mancanza di urgenti risposte non potremo che intensificare le iniziative di lotta.

Distinti saluti

Roma, 8 novembre 2006

CISL FP - UIL PA - UNSA/SALFi - RdB/CUB - FLP


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