Entrate - Controlli a distanza nei CAM, l'Agenzia fa prove tecniche di inciucio
L'amministrazione cerca sponde per evitare la possibile condanna per comportamento antisindacale?
La legge vieta i controlli a distanza dei lavoratori, attuati per esempio attraverso l’uso di software che monitorano le prestazioni lavorative secondo dopo secondo.
La questione è di stretta attualità nei CAM, dove esistono tecnologie che consentono di sorvegliare il comportamento dei lavoratori: tempi di lavoro, tempi di pausa, tutto è controllabile a distanza attraverso dettagliati report di cui il lavoratore nulla sa.
Al CAM di Cagliari la questione si è palesata tempo fa dopo che l'amministrazione aveva recapitato agli ignari lavoratori alcune e-mail in cui si contestavano prestazioni non in linea, sempre secondo l'amministrazione, con gli standard di produttività.
Quelle e-mail erano troppo dettagliate per essere frutto di un semplice controllo umano e infatti c'erano di mezzo alcuni software spioni, installati senza preventiva informazione e comunque illegittimi – al di là della preventiva informazione - rispetto alle disposizioni di legge (ad es. l'articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori vieta l'installazione di strumenti di controllo a distanza).
La questione è sfociata in una denuncia che RdB-USB ha inoltrato al giudice competente; ora, a procedimento in corso, l’amministrazione ha convocato le organizzazioni sindacali territoriali proprio in Sardegna, aprendo un confronto che oltre a non riparare il danno già fatto, rischia di condizionare l'esito del giudizio.
La questione tuttavia non può essere affrontata solo con un giochetto di questo tipo, per il quale comunque serve una sponda sindacale che l'amministrazione non troverà in RdB-USB.
Il tema del controllo a distanza, evidente a Cagliari, non riguarda solo la Sardegna come sa bene l'amministrazione, presente al tavolo tramite l'Ufficio centrale del Personale e come sanno tutti i lavoratori.
I software incriminati sono installati ovunque e ovunque c'è il rischio che se ne faccia da tempo un uso illegittimo, che aggrava l'illegittimità stessa della loro esistenza.
A noi sembra che in Sardegna l'Agenzia abbia messo in piedi un teatrino per perdere tempo e portare al giudice qualche pezzo di carta con qualche firma.
Ogni verbale, accordo, protocollo sottoscritto per i soli interessi dell'amministrazione e per prevenire gli effetti di un'eventuale condanna sarà il peggiore servizio che si possa rendere ai lavoratori e provocherà pesanti peggioramenti delle condizioni di lavoro già difficili in tutti i CAM del territorio nazionale.
Anziché perdere tempo in manovre diversive per salvaguardare solo gli interessi dell'amministrazione, si dovrebbe finalmente avviare un confronto nazionale sullo stato e sulle prospettive dei servizi, sul ruolo degli Uffici territoriali, dei CAM, dei Mini CAM, su come le nuove tecnologie condizionano modi, tempi e carichi di lavoro.
Sono passati diciotto mesi dalla prima richiesta e meno di un mese dall'ultima.
I problemi che più volte abbiamo sollevato dovrebbero essere affrontati in modo complessivo ma a nessuno sembra importare molto.