Entrate, un'amministrazione sorda alle esigenze dei lavoratori

Roma -

È passato oramai un anno da quando il paese è stato proiettato nell'incubo della pandemia e come nulla fosse ci ritroviamo alla casella di partenza alle prese con le più disparate varianti, il collasso del sistema sanitario e la carenza di vaccini.

Un anno durante il quale i lavoratori pubblici e quelli del nostro settore hanno garantito e stanno continuando a garantire la continuità delle attività e dei servizi.

E l'Agenzia invece che fa?

Ebbene, se all'inizio dell'emergenza avevamo avuto modo di apprezzare l'atteggiamento dell'amministrazione che ha condotto ad accordi fortemente voluti da USB (Protocollo sulla sicurezza e Protocollo sulla attività esterna), dal mese di settembre i vertici dell'agenzia sono tornati alla loro più completa autoreferenzialità come nulla fosse successo, come nulla stesse accadendo.

E così a settembre un accordo sottoscritto da cisl, uil, unsa, intesa e flp dall’oggi al domani ha sottratto ai lavoratori i permessi orari e i buoni pasto, senza riconoscere alcun rimborso per le spese sostenute durante l'attività da remoto.

Da quel momento siamo stati gli unici a rivendicare un intervento immediato almeno per ripristinare i permessi orari visto che in tal senso vi è un parere dell'Aran e di recente del Comitato unico di garanzia da noi sollecitato con apposita richiesta.

 

VOGLIAMO PARLARE DEI PROBLEMI DI LAVORATRICI E LAVORATORI

Ma nulla, l'amministrazione fa spallucce ed evita accuratamente di intervenire per ripristinare il rispetto del CCNL. Gli altri sindacati imbarazzati per la condizione in cui hanno proiettato i lavoratori con l'accordo sullo sw del 17 settembre, tacciono e quando intervengono a difesa di quell'accordo fanno rimpiangere il loro silenzio.

Eppure mentre ci vorrebbero 10 minuti ed una nota di poche righe per riconoscere i permessi orari per chi lavora da remoto, si preferisce discutere per settimane di poer anche in barba ad un crono programma concordato con l'amministrazione che indicava ben altre priorità rispetto a quelle che da tempo caratterizzano il dibattito sindacale nell'ente. Ma evidentemente siamo gli unici ad invocare il rispetto di quanto concordato, anche se avremmo preferito un programma diverso.

Nel frattempo, dopo una prima riunione sui passaggi dalla II alla III area è piombato il silenzio più assoluto sulla condizione dei lavoratori della II area vittime da sempre di un mansionismo inaccettabile per una amministrazione che si ammanta di modernità a parole e di silenzi quando occorre passare ai fatti.

Ma non finisce qua e persino questioni di semplice buon senso continuano ad essere eluse.

Ci riferiamo ad altre 2 questioni sollevate oramai da mesi da USB.

 

ATTIVITA’ DI TRACCIAMENTO PER CONTAGIATI COVID 19

Riguarda l'attività di tracciamento presso gli uffici delle Entrate rispetto alla quale con nota (udite udite!) del 3 novembre 2020 (clikka qui) chiedevamo di adeguare il sistema di comunicazione al personale per metterlo a conoscenza dei casi di positività presso gli uffici, anche garantendo la privacy.

Una richiesta di buon senso a tutela della salute pubblica, ma evidentemente il buon senso non è di casa all'agenzia delle Entrate.

 

FERIE ANNO PRECEDENTE

L'amministrazione rispetto alla fruizione delle ferie 2020, ha assunto un atteggiamento odioso e insopportabile.

Come è noto nei mesi di novembre e dicembre in tutti i territori è stato di fatto imposto ai lavoratori di esplicitare con apposita richiesta il rinvio delle ferie “per motivi personali” (in modo da vincolarne la fruizione entro aprile) addirittura imponendo limiti quantitativi, non previsti dal CCNL, al numero di giorni che era possibile rinviare.

Ebbene, tale situazione segnalata con nostra richiesta del 12 novembre (clikka qui) ha visto l'amministrazione fare orecchie da mercante ed ora che quel termine si avvicina, in piena terza ondata, si rischia di costringere i lavoratori a fruire delle ferie chiusi in casa.

Un accanimento dettato non da esigenze organizzative (la diluizione delle ferie in un maggior lasso di tempo consentirebbe di meglio garantire il buon andamento degli uffici) ma evidentemente da un inspiegabile rigidità completamente avulsa dal contesto che stiamo vivendo. Su questo punto siamo tornati alla carica con una richiesta inviata in data odierna.

Insomma un quadro che non promette nulla di buono per i lavoratori e che mina alle fondamenta le corrette relazioni sindacali che si devono nutrire di interventi concreti e non di atteggiamenti pilateschi o punitivi.

Auspichiamo una pronta inversione di rotta perchè il limite crediamo sia stato superato.

In allegato la nota inviata all'amministrazione

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