Argomento:

L'affaire Visco-Speciale, ovvero come ti modernizzo il Paese...

Consigli utili per una seria lotta all'evasione fiscale

Roma -

Quanto è in salute un Paese in cui il ministro dell'Economia dichiara in Parlamento che la Guardia di Finanza, cioè il massimo organo di polizia tributaria, è stato in questi ultimi anni un organo separato dalle istituzioni democratiche di quel Paese?

 

Quanto è davvero moderno, efficiente ed efficace, uno Stato in cui il viceministro dell'Economia, con delega al controllo della Guardia di Finanza, dichiara guerra totale all'evasione fiscale e si trova invece ad essere guerreggiato senza ritegno da chi dovrebbe essere alle sue strette dipendenze, vincolato da un legame fiduciario solido e trasparente?

 

L'affaire Visco-Speciale, ha offerto l'ennesimo spunto per riflettere su quanto la nostra democrazia sia ancora malaticcia e su quanto il nostro Sistema-Paese, come amano chiamarlo gli analisti di varia etichetta, sia condizionato da vecchie logiche e antichi equilibrismi. Se questo titanico scontro al vertice degli organi amministrativi sia da rubricare sotto la stessa voce che include altri episodi oscuri della storia italiana recente, non è dato saperlo. Qualcuno in questi giorni ha provato a unire i puntini delle scalate bancarie, degli immobiliaristi in carcere, delle intercettazioni Telecom, degli scandali di vip e veline, delle partite truccate, traendone un quadro di meschinità, ruberie, cialtronerie varie. Altri hanno paragonato questa stagione a quella nera della loggia massonica P2.

 

Comunque sia, noi intendiamo esprimere la nostra più convinta solidarietà al "Lavoratore" Vincenzo Visco, che come è capitato qualche mese fa ai suoi collaboratori, cioè i Lavoratori delle Agenzie Fiscali, è finito al centro di un ciclone mediatico che ne ha strapazzato l'immagine e la credibilità politica. Con la differenza che allora, a Natale 2006, i Lavoratori del Fisco furono accusati di spionaggio fiscale, poi di fannullonismo, poi di assenteismo e sono sembrati essere l'unico morbo che ammalava l'Italia impedendole lo scatto in avanti che l'avrebbe resa un Paese moderno. Nessuno, tra i dirigenti delle Agenzie Fiscali e tra i politici e gli uomini di Governo, seppe dire una parola in difesa della categoria. Oggi non si sa quali siano le accuse a carico di Visco. Si intuisce che ci fosse poca sintonia tra il suo progetto di lotta seria all'evasione fiscale e le intenzioni della Guardia di Finanza, che era invece diventato nel frattempo un "organo separato", almeno a sentire le dichiarazioni del Governo, non si sa bene al comando di chi.

 

Per trainare l'Italia fuori dalla palude del clientelismo arruffone e dell'affarismo più becero, serve una catena a maglie robuste. La maglia della Guardia di Finanza, a giudicare dal discorso del ministro Padoa-Schioppa, era marcia. Dentro lo stesso Governo, altre maglie si allentano al suono della frase "Lotta all'evasione fiscale". Il sindacalismo concertativo mostra da anni ormai di essere arrivato alla corda, privo di coraggio, schiacciato tra il vorrei della modernizzazione e il non posso del clientelismo; tra il vorrei della difesa dei diritti dei più deboli e il non posso degli appetiti finanziari.

 

Siamo rimasti noi, caro viceministro Visco, insieme con i Lavoratori che sono l'unica maglia salda e robusta di quella catena che lei dice di voler inanellare, a credere e volere la lotta all'evasione fiscale. Drenare l'imponibile occultato da tutti quelli che vivono in condizioni di separatezza, dai finti poveri a reddito zero che girano in SUV, significa finanziare serie politiche sociali, per la casa, per il reddito minimo garantito, per gli ammortizzatori sociali in favore dei Lavoratori precari, per la stabilizzazione del lavoro instabile.

 

Per fare la lotta al mostro dell'evasione va restituita credibilità alla Guardia di Finanza e deve essere restituita la delega al controllo al suo ministro naturale. Per trainare l'Italia fuori dalla palude, servono poi Lavoratori motivati e stimolati, che chiedono migliori condizioni salariali, il diritto alla carriera, il rispetto della loro dignità di servitori fedeli della pubblica amministrazione; e serve un sindacato che smetta i panni del banchiere, del governante, dell'immobiliarista. Di anelli deboli, nella catena, sono già piene le carceri.

 

Buon lavoro, "Lavoratore" Vincenzo Visco e auguri dalle RdB!