Agenzie Fiscali - E ora presentiamogli il conto (dell'anno 2008) SCARICA LA MOZIONE!
Siamo andati all’incontro con il MEF sperando di risolvere un problema: ne siamo usciti con due. Ci si accingeva a fissare gli obiettivi 2009 senza retribuire quelli del 2008, e abbiamo scoperto che nelle reali intenzioni del Ministero dell’Economia c’è anche la cancellazione della retribuzione del 2009! Con un gioco contabile si moltiplica per due il taglio effettuato da Brunetta sul salario accessorio del 2009.
RdB fu l’unica organizzazione sindacale a proclamare nel luglio scorso uno sciopero contro il decreto di giugno (la manovra finanziaria estiva) prima che venisse convertito in legge. Altri scelsero di prestar fede alle promesse del ministro della Funzione Pubblica che aveva già individuato nella cura “dimagrante” somministrata ai dipendenti pubblici e ai servizi sociali l’unica ragione del suo agire “politico”. Le campagne mediatiche contro i fannulloni, la disinformazione e la violenza degli insulti pubblicamente lanciati contro i dipendenti pubblici hanno caratterizzato la spasmodica e ossessiva ricerca di facili consensi che legittimassero l’occupazione di una poltrona ministeriale che meriterebbe ben altra statura politica e morale.
Nell’ultimo anno c’è stato chi ha cercato di anestetizzare i lavoratori con continue rassicurazioni sugli imminenti risultati a cui avrebbero portato le loro “responsabili” firme su accordi e contratti che nulla sancivano se non promesse. Eccoci oggi al brusco risveglio: tutte le sigle proclamano lo stato di agitazione della categoria bagnando quegli accordi (firmati da CislUilSalfi) con lacrime da coccodrillo.
Nel frattempo la situazione è ancora peggiorata e Brunetta, dopo aver messo al sicuro la riforma del modello contrattuale, minaccia dimissioni se non dovesse passare la sua folle riforma tutta centrata sull'istituto della “improduttività per legge”. E noi siamo di nuovo gli unici ad aver scelto apertamente la via del conflitto contro questa politica, avviando le procedure di proclamazione di sciopero. Continueremo a batterci per il rispetto degli impegni presi con le Convenzioni 2008 perché da questo ormai dipende la difesa del livello dei nostri redditi. Non rinunciamo (né rimandiamo a un domani che sarebbe troppo tardi) alla lotta contro questa riforma che somiglia più a una controriforma capace di portarci indietro di mezzo secolo e passa, alle pagelline dei dirigenti che decideranno della nostra sede di lavoro, del nostro salario, della nostra carriera, in pratica della nostra vita lavorativa.
Andiamo avanti augurandoci che altri ci seguano, magari ravvedendosi per tempo. Noi non ignoriamo il clima compiacente che oggi esiste fra Governo e (alcuni) sindacati firmatari di accordi nefasti come la modifica dell’assetto contrattuale. Così come non ignoriamo che l’opera di demolizione del lavoro pubblico sta passando in Parlamento senza una reale opposizione, nemmeno dei tanti esponenti del PD, fino a ieri sindacalisti di quella Cgil che nonostante i ripetuti proclami, firma il contratto dei Trasporti in cui trova piena applicazione il nuovo sistema contrattuale.
Ai Lavoratori delle Agenzie Fiscali chiediamo di non porgere l’altra guancia dopo l’ennesimo schiaffo dato loro il 21 maggio al tavolo delle Convenzioni. Incominciamo a riunirci in assemblea. Presentiamo ai nostri politici e amministratori il conto del lavoro che abbiamo svolto e che non ci è stato pagato. Diamo un messaggio chiaro: non siamo improduttivi, reclamiamo un reddito dignitoso per vivere dignitosamente. Ci difenderemo da chi vuole cancellare i nostri diritti.