LA PAROLA AI LAVORATORI - Invia la Petizione
Nelle prossime ore la Commissione Bilancio del Senato voterà un emendamento presentato dal Governo per risolvere la questione degli incaricati.
La soluzione prevede l’attivazione di centinaia di Posizioni Organizzative Speciali (POS) in attesa dell’emanazione del nuovo concorso pubblico che dovrebbe superare l’incostituzionalità degli incarichi dirigenziali nel comparto Fisco, soprattutto alle Entrate, emersa dopo la famosa sentenza della Corte Costituzionale.
In questi lunghi mesi di incertezza giuridica e di caos organizzativo, decine di migliaia di colleghi hanno garantito la tenuta della macchina fiscale, operando in una condizione di estrema difficoltà organizzativa mentre dall’esterno piovevano attacchi mediatici di ogni sorta contro le lavoratrici e i lavoratori del comparto Agenzie Fiscali.
I massimi vertici delle Agenzie hanno profuso lacrime ed energie per affermare il teorema che senza quegli incaricati la macchina fiscale si sarebbe inceppata mettendo a rischio i conti pubblici, arrivando a ipotizzare il default fiscale dell’Italia.
Insieme alle dichiarazioni pubbliche, sono state esercitate sulle istituzioni enormi pressioni “silenziose” per portare a casa una soluzione al problema degli incaricati che garantisse nei fatti lo status quo.
In questi stessi mesi l’Agenzia ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali due impegni precisi, per risolvere altre due questioni aperte che però non riguardavano direttamente il “ceto nobile” dell’organico ma che coinvolgevano decine di migliaia di colleghi.
Ci riferiamo alla vicenda dei funzionari retrocessi in II area e all’impegno assunto per completare le progressioni economiche per chi nel 2010 era rimasto fermo a causa di un pessimo accordo che aveva escluso due lavoratori su tre dalla progressione economica.
Mentre il lavorio per risolvere la questione degli incaricati ci è parso sempre alacre ed incessante, sulle altre questioni le notizie sono state nulle o pessime. È ormai risaputo che la Funzione Pubblica avrebbe bocciato l’ipotesi dello scorrimento delle graduatorie del 2010 che avrebbe assicurato l’obiettivo, ancora prioritario per USB, di riconoscere un passaggio economico a chi nel 2010 venne negato a causa di un pessimo accordo sindacale.
Se l’emendamento governativo venisse approvato, nei termini in cui lo conosciamo, si affermerebbe nei fatti il principio che la macchina fiscale funziona grazie al genio di poche centinaia di persone, a cui vanno retribuzioni dirigenziali e che fino a prova contraria hanno usurpato una posizione bollata di illegittimità dalla Corte Costituzionale. Nello stesso tempo, sarebbe chiaro a tutti che la sorte professionale e la condizione retributiva di decine di migliaia di colleghi non è fra le preoccupazioni dei vertici delle Agenzie né delle organizzazioni sindacali che si sono preoccupate di fare da stampella all’amministrazione senza portare a casa un risultato concreto per tutti.
Se questo scenario diventasse realtà sarebbe un fatto gravissimo. Come dimostrano i numeri, anche in questi mesi in cui il personale ha lavorato in una situazione di estrema difficoltà, assumendosi rischi se possibile ancora maggiori di quelli ordinari, gli obiettivi assegnati alle Agenzie sono stati centrati. La macchina fiscale ha funzionato, malgrado le conseguenze delle scelte organizzative e gestionali bocciate dalla Corte Costituzionale, proprio grazie alla professionalità e all’abnegazione di decine di migliaia di colleghi per cui non sono state versate né lacrime né energie per difenderne il futuro.
USB sta lanciando in queste ore una petizione on line (clicca qui) per denunciare questa situazione e chiedere ai vertici delle Agenzie risposte urgenti e concrete sulle questioni per noi fondamentali:
- nessuna sanatoria che aggiri la sentenza della Corte sulla vicenda degli ex incaricati;
- completamento delle progressioni economiche;
- soluzione positiva della vicenda “retrocessi”;
- assorbimento di tutte le graduatorie di idonei;
- copertura per le responsabilità e i rischi professionali.
Se nelle prossime ore dovessero arrivare risposte soltanto per i “soliti noti” stavolta si correrà davvero il rischio di una paralisi della macchina fiscale che non sarebbe soltanto uno spauracchio da agitare a mezzo stampa ma che troverebbe conferma anche nei numeri, quei numeri che oggi ci dicono che la macchina fiscale ha girato, gira e continuerebbe a girare grazie a decine di migliaia di “braccia” piuttosto che a poche centinaia di “cervelli”.