Entrate - Valutazione: iniqua, divisiva, clientelare, classista che intossica gli uffici e mortifica le professionalità
In un clima di forte pressione dovuto a carichi di lavoro “irraggiungibili”, alla continua fuoriuscita di personale e all’estenuante attesa dei neoassunti, in questi giorni lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia delle Entrate si vedono notificato l’esito della valutazione della performance individuale del 2023 a conclusione dei colloqui effettuati dai facilitatori in tutti gli uffici.
Un sistema che nascerebbe per valorizzare il merito e che invece si rivela, al secondo anno di quella che continuano ipocritamente a chiamare “sperimentazione”, uno strumento iniquo e divisivo, clientelare e classista, che intossica il clima dentro gli uffici, che mette inevitabilmente uno contro l’altro, che mortifica la professionalità e l’impegno del singolo, che disconosce, a obiettivi faticosamente raggiunti, i risultati e il lavoro di un intero anno.
Gli effetti di questo sistema l’USB li aveva previsti fin da quando tutte le OO.SS. si sono affrettate a siglare il verbale di intesa il 1° dicembre 2021, ritenendo che si fosse raggiunto un buon compromesso sulla regolamentazione del sistema di misurazione e valutazione della performance individuale. La nostra organizzazione sindacale, non condividendo l’impostazione dei criteri generali proposti da Agenzia e prevedendo gli effetti di quel che puntualmente si è verificato negli uffici, si era sottratta a quella sottoscrizione, confermando la sua contrarietà ad un sistema che annunciava fin da subito le sue distorsioni.
Alla vigilia dell'apertura all’Aran del rinnovo contrattuale delle Funzioni Centrali CCNL 2022-2024, fortemente orientato da una direttiva del Ministro della PA Zangrillo che, per mascherare la scarsità degli stanziamenti per i rinnovi contrattuali, blatera su valutazione e merito, l’USB continua a sostenere quanto il sistema di valutazione della performance individuale sia inaccettabile per la discrezionalità e la mancanza di trasparenza che lo caratterizzano.
Non siamo aprioristicamente contrari ai meccanismi di valorizzazione, ma pretendiamo che finisca questa farsa dove a risultati di gruppo “eccellenti”, corrispondono competenze individuali “adeguate”, dove la valutazione complessiva del personale deve rientrare in una curva gaussiana che livella la maggioranza alla mediocrità, dove la commissione che dovrebbe equilibrare le distorsioni del sistema è composta da soli dirigenti dell’Agenzia, dove la disorganizzazione del lavoro viene fatta pagare alle lavoratrici e ai lavoratori che si vedono penalizzati nel “problem solving”, dove carichi di lavoro smisurati penalizzano la competenza della capacità di organizzare il proprio tempo e il proprio lavoro. Un sistema che “giudica” la persona non le “valuta”.
Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici che non si riconoscono nell’esito della valutazione ricevuta a presentare la richiesta di riesame entro 15 giorni della presa visione della propria valutazione nell’applicativo di Va.L.E., il modo più diretto per evidenziare le distorsioni di un sistema che non ha nulla a che vedere con il merito, che penalizzerà salario accessorio, progressioni economiche, sviluppi di carriera.
I delegati di USB rimangono a disposizione dei loro iscritti per indirizzarli nella stesura della richiesta di revisione, che, ricordiamo, può essere inoltrata anche quando la valutazione finale risulta “più che adeguata”.
La PA non ha bisogno di un sistema ricattatorio e divisivo per essere la PA “appetibile” sbandierata dal Ministro Zangrillo. Per rendere attrattiva la PA vanno garantiti al personale salari adeguati e la dignità che merita.
Questo lo diremo con forza il 13 giugno durante la giornata di mobilitazione nazionale indetta in concomitanza con l'apertura della sessione negoziale per il rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali
PIU’ FORTI NOI, PIU’ FORTE TU!
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