Agenzie Fiscali - Salario accessorio: salviamo Paperino!
Mettiamo la "quattordicesima" al riparo da tagli, valutazioni e falsa meritocrazia!
Nel turbinio di notizie contrastanti sull'entità dei fondi aziendali con cui remunerare la produttività dell'anno 2008, non può essere sfuggito ai lavoratori del comparto Fisco che non hanno preso un euro per il lavoro svolto un anno fa. Si tratta di una cifra che negli ultimi anni è oscillata fra i 2,5 e i 3mila euro lordi pro capite, destinata a remunerare individualmente i risultati della produttività. Oggi che conosciamo l'entità dei tagli al fondo aziendale, malgrado ancora circolino voci infondate e false sul ripristino integrale dei fondi, abbiamo almeno due problemi da affrontare e risolvere.
Il primo è recuperare l'annualità perduta con il decreto firmato dal ministro Tremonti. Secondo la nostra analisi è saltato un anno e un quarto di fondo aziendale, ben più del 25% stimato da altri. Il meccanismo di finanziamento e di costituzione dei fondi era difficile da seguire pure in tempi normali, figuriamoci ora che si è abbattuta una valanga di norme di taglio e finti ripristini. I lavoratori si accorgeranno dei tagli poco alla volta, ed è lecito supporre che ai tavoli di contrattazione si farà una gran confusione per cercare di nascondere l'ammanco. In molti hanno interesse ad alzare il polverone perché più polvere si fa, meglio sarà per chi ha fatto ai lavoratori promesse che non ha saputo mantenere.
Ciò detto, servono proposte chiare. Noi riteniamo che il salario accessorio debba garantire innanzitutto la tenuta dei livelli minimi salariali che la contrattazione nazionale non garantisce più, come testimoniano le cifre destinate a pagare la sola vacanza contrattuale per il 2009. La produttività collettiva (chiamiamola Paperino) a cui facevamo riferimento è diventata negli anni una sorta di quattordicesima a rate.
Ora la nostra quattordicesima è in pericolo, perché il fondo aziendale è stato tagliato e la coperta è diventata cortissima. Se si tocca Paperino l'equazione è semplice: aumentano i rischi per tutti. Le risorse residue verranno infatti destinate alla contrattazione aziendale, condizionata dalle valutazioni e dagli umori dirigenziali e dalla riforma brunettiana, in una situazione di estrema debolezza delle rappresentanze aziendali a causa delle riorganizzazioni in atto. Esporre a questi rischi la sorte dei nostri salari ha senso solo dopo aver assicurato a tutti un livello minimo di tenuta salariale, garantendo appunto la quota collettiva, cioè salvando Paperino. Noi sosteniamo che la quattordicesima non va toccata e che i tagli devono incidere sulla parte del fondo che è legata alla contrattazione di posto di lavoro (chiamiamola Topolino).
È giunto anche il momento di ribadire un principio giuridico che lo stesso contratto nazionale afferma, quello della responsabilità d'area. La quota collettiva non va calcolata sul parametro individuale ma su presenze e parametro unico. Qualcuno lascerà qualcosa sul piatto, ma siamo certi che la contrattazione aziendale correggerà le differenze, dato che generalmente le fasce retributive più elevate sono più apprezzate in quella sede negoziale.
La proposta è chiara: nessuno affondi il salario dei lavoratori del Fisco. Il 23 ottobre RdB ha indetto lo sciopero generale dei lavoratori pubblici, per la difesa del salario, della dignità e dei diritti. Per la difesa dell'unico modo in cui oggi ha senso fare sindacato.